Durante la campagna elettorale per le elezioni politiche in Italia aveva fatto capolino il tema dei jet privati. Alcune istanze ecologiste e progressiste ne chiedevano la riduzione o direttamente l’abolizione visto il forte impatto che sull’ambiente, inquinando e contribuendo alla crisi climatica.
La proposta avevano suscitato scandalo o ilarità nei ceti medio-alti della società, ma ora un rapporto di Oxfam uscito in occasione di Cop27 certifica quanto sostenuto dagli ecologisti: i super ricchi inquinano un milione di volte in più di un normale cittadino.

Crisi climatica e disuguaglianze, gli investimenti dei super ricchi inquinano tantissimo

Nel rapporto di Oxfam, intitolato “Miliardari di carbonio – Le emissioni degli investimenti delle persone più ricche del mondo“, si legge che le emissioni annue di CO2 associabili agli investimenti in imprese inquinanti da parte di 125 miliardari del mondo equivalgono a quelle prodotte in un anno da un Paese come la Francia e sono superiori a quelle di cui è responsabile l’Italia.
Gli investimenti di ciascuno dei 125 super ricchi in settori economici inquinanti producono in media una quantità di emissioni 1 milione di volte superiore rispetto a quella di un qualunque cittadino collocato nel 90% più povero della popolazione mondiale, in particolare il rapporto è di 3 milioni di tonnellate, contro 2,76 tonnellate di CO2 pro-capite in un anno.

I super ricchi presi in esame dal rapporto di Oxfam direzionano in media il 14% dei loro investimenti in settori inquinanti come il comparto energetico fossile o l’industria del cemento. In particolare sono 183 le grandi aziende a livello mondiale in cui i paperoni investono una cifra esorbitante, pari a 2400 miliardi di dollari.
Oxfam calcola che se i miliardari concentrassero i loro investimenti in fondi con standard ambientali e sociali più stringenti, si potrebbe ridurre l’attuale intensità delle loro emissioni fino a quattro volte.

Il tema che si apre, dunque, è quello delle disuguaglianze, ma anche della giustizia climatica. La domanda che circola da un po’ in merito a questo tema e che nelle Conferenze sul clima è spesso al centro di disaccordi è: chi deve pagare la crisi climatica? La risposta più ovvia sarebbe: chi l’ha prodotta, ma purtroppo non è così.
Di qui, una delle richieste di Oxfam è quella di tassare di più i super ricchi, in particolare per i loro investimenti inquinanti. L’ong ha calcolato che un aumento dell’imposizione sui grandi patrimoni consentirebbe di raccogliere fino a 1.400 miliardi di dollari all’anno, risorse che potrebbero contribuire ad aiutare i Paesi in via di sviluppo, che sono anche i più colpiti dalla crisi climatica, ad adattarsi ed affrontare perdite e danni da eventi climatici estremi.