Il tema della casa continua a tenere banco a Bologna, questa volta per la presa di posizione di Asppi, l’Associazione dei piccoli proprietari immobiliari, che si è lamentata con la Prefettura di Bologna per i pochi sfratti eseguiti in città. A rispondere, nei giorni scorsi, è stato direttamente il prefetto Attilio Visconti, che ha sottolineato le fragilità di tantissime persone in un contesto così difficile, caratterizzato da una crisi innescata dall’inflazione e dal caro bollette.

Oggi a prendere la parola in modo più deciso è Unione Inquilini che in un comunicato definisce «patetico il piagnisteo» dei proprietari immobiliari e ricorda gli sgravi e i bonus di cui beneficiano. Ma il sindacato se la prende anche con l’Amministrazione comunale, che resta in silenzio di fronte ad un problema che a Bologna non è più solamente emergenziale, ma strutturale. E chiede l’apertura di un tavolo.

Unione Inquilini risponde ai proprietari immobiliari che lamentano pochi sfratti

Tutto comincia con un comunicato di Asppi che tira in causa la Prefettura. Secondi i proprietari immobiliari, a Bologna le esecuzioni di sfratti attraverso la forza pubblica sarebbero «ridotte al lumicino».
La risposta del prefetto è arrivata nei giorni successivi: «Quello degli sfratti è un tema delicato e doloroso – ha detto Visconti – Cerchiamo sempre di migliorarci, ma non siamo tifosi di una parte: tuteliamo sia i diritti dei proprietari sia le fragilità di tantissime persone in un momento così pesante».

Nel comunicato stampa di Unione Inquilini, invece, i toni sono più accesi. «Appare quanto mai patetico il pignisteo che vari “sindacati di proprietari di case” bolognesi hanno fatto nei confronti della prefettura bolognese per la mancanza di celerità nello sfrattare e buttare famiglie in mezzo ad una strada – si legge nella nota – Evidentemente la nuova situazione politica volge a loro favore e allora non dispiace alzare la testa nel chiedere maggiore reazione».
In particolare Unione Inquilini ricorda che i proprietari non si sono «mai lamentati degli enormi guadagni che l’amministrazione comunale versa nelle loro tasche con ingenti sgravi fiscali dati attraverso la cedolare secca o con i bonus affitti».

«Secondo i dati del Viminale, gli sfratti chiesti a Bologna si aggirano sui 3mila – osserva ai nostri microfoni Michele Cirinesi di Unione Inquilini – Per ottenere lo sfratto basta saltare una mensilità dell’affitto, ma anche il mancato pagamento degli oneri accessori, come l’acqua o la luce condominiali, dopo due mesi si trasforma in uno sfratto esecutivo». Sempre più famiglie, quindi, si trovano a barcamenarsi tra bassi stipendi, affitti alti e non riuscire a sapere se pagare l’affitto, mangiare o pagare le spese condominali.
In questo contesto, Unione Inquilini sottolinea il silenzio e l’assenza di politiche pubbliche strutturali e chiede all’Amministrazione comunale di «aprire un tavolo concertativo per adeguare le nuove politiche abitative ad un problema che a Bologna è diventato strutturale», osserva Cirinesi.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MICHELE CIRINESI: