I comitati referendari che vinsero il referendum (mai applicato) sull’acqua pubblica nel 2011 non si arrendono e, grazie all’appoggio di Sinistra Italiana e M5S in Emilia Romagna tornano a chiedere il ritorno del controllo pubblico su servizio idrico e rifiuti. Il modello è quello della Regione Lazio di Nicola Zingaretti. L’intervista a Igor Taruffi.

Tutti insieme per l’acqua pubblica

Riportare il governo dei servizi acqua e rifiuti a livello provinciale, per assicurare maggiore controllo ed efficienza. Lo chiedono i consiglieri regionali Silvia Prodi (Misto – Per i molti), Igor Taruffi, Yuri Torri (Sinistra Italiana) e Andrea Bertani (Movimento 5 Stelle), che nei prossimi giorni presenteranno un progetto di legge che accoglie le proposte dei comitati per l’acqua pubblica.

Il testo pone alcuni obiettivi sostanziali, in particolare “favorire concretamente la ri-pubblicizzazione dei servizi per una gestione più equa ed efficiente, attraverso la creazione di fondi dedicati a supporto degli enti locali, e riportare gli ambiti ottimali alla dimensione provinciale, per garantire lo stretto controllo dei Comuni sull’attuazione degli obiettivi di ottimizzazione dei servizi”.
Tra gli intenti del documento, anche il contrasto degli sprechi nel servizio idrico integrato e nella raccolta e smaltimento dei rifiuti, il monitoraggio dei risultati, la creazione di strumenti di partecipazione democratica ai processi di gestione e l’informazione trasparente ai cittadini sui dati tecnici ed economico-finanziari dei servizi.

La gestione del servizio idrico integrato e della raccolta e smaltimento dei rifiuti avviene attraverso la definizione dell’ambito ottimale di governo e controllo. L’Emilia Romagna, dal 2011, ha scelto di accentrare regionalmente queste funzioni, istituendo insieme all’ambito ottimale regionale l’Agenzia territoriale regionale per i servizi idrici e rifiuti (Atersir), che ha in carico l’attuazione, la gestione e il controllo delle funzioni amministrative.
Una scelta che, a detta dei consiglieri regionali, membri dell’intergruppo Acqua pubblica, “si è rivelata errata e insoddisfacente: l’Agenzia regionale è dalla sua creazione fortemente sottodimensionata rispetto all’organico necessario, non ha efficienza e capacità di essere al servizio dei territori e delle loro esigenze specifiche, e si configura come un organo più a dimensione delle multiutility che delle realtà locali”.

L’ispirazione per la proposta di legge è arrivata dal percorso già intrapreso dalla Regione Lazio, guidata da Nicola Zingaretti, da poco segretario nazionale del Partito Democratico.
Basterà questo a indurre il Pd a far passare questa legge anche in Emilia Romagna? “Qualcosa inizia a cambiare”, dichiara speranzoso Taruffi ai nostri microfoni.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD IGOR TARUFFI: