Era il 6 agosto del 2019 quando il Nulla bussò alla porta di Xm24, ponendo fine ad una storia ventennale. Il centro sociale fu sgomberato con le ruspe in stile salviniano dopo una resistenza creativa di attiviste e attiviste e con la promessa, poi disattesa, da parte dell’attuale sindaco Matteo Lepore di una nuova sede.
A quasi quattro anni dallo sgombero, un documentario racconta cos’era Xm24. Si tratta di “Come una foresta in città“, il lavoro di Nicola Donadio, Silvia Polmonari e Letizia Tonolini che verrà proiettato in anteprima questa sera al Nuovo Cinema Bolognina e da oggi è disponibile online su OpenDdb.

Il documentario su Xm24

“Tratto da una storia infinita” è il sottotitolo del documentario su Xm24. Il rimando esplicito è alla battaglia che il centro sociale condusse quando, interrompendo la convenzione stipulata, l’Amministrazione comunale iniziò a sostenere che Xm24 era «incompatibile col quartiere».
Non era la prima volta che lo spazio rischiava di chiudere. Pochi anni prima, con la scusa della costruzione di una rotonda, il Comune aveva previsto l’abbattimento di una parte degli edifici dell’ex mercato. Sulla facciata, però, campeggiava il murale dello street artist blu e, grazie ad una sorta di lectio magistralis di WuMing, intitolata “Occupy Mordor“, la letteratura fantasy diventò, insieme ad progetto urbanistico alternativo, una forma di resistenza.

Pochi anni dopo, invece, fu il romanzo e relativo film “La storia infinita” a dare lo spunto ad Xm24 per resistere. Il centro sociale veniva quindi equiparato ad una sorta di Fàntasia, minacciato dal Nulla che avanza dello sgombero.
È in quel contesto che, poco prima che arrivassero le ruspe, nasce l’idea del documentario di Donadio, Polmonari e Tonolini. Lo scopo iniziale era raccontare i collettivi che animavano il centro sociale e che realizzavano le più disparate iniziative. Ben presto, però, gli autori si sono resi conto che il racconto di Xm24 tracimava quello delle singole esperienze.

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«L’idea del documentario è nata nel giugno del 2019, in vista del corteo contro lo sgombero – racconta ai nostri microfoni Nicola, uno dei registi – Lo proponemmo in assemblea per colmare anche una carenza che c’era per quanto riguarda l’audiovisivo su Xm24. L’assemblea accettò e cominciammo le riprese».
Ben presto, però, il racconto delle singole realtà che animavano il centro sociale si rivelò insufficiente a raccontare la peculiarità dello spazio stesso e, con l’arrivo dello sgombero, gli autori ritennero necessario costruire un discorso più ampio.

Per questa ragione, quindi, il documentario stesso è suddiviso in capitoli. Il primo racconta la storia del centro sociale, nato nell’era “No Global”, tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni Duemila. La parte centrale racconta le varie realtà presenti all’interno dello spazio, mentre la terza parte, valida anche oggi, riflette sul processo di trasformazione che Bologna ha subito, anche con lo sgombero di Xm24. La gentrificazione, l’azzeramento delle esperienze di autogestione, la messa a valore economico di qualunque evento o spazio: dinamiche del “Nulla che avanza” che hanno trionfato.

«Oggi Bologna è una città più povera – afferma il regista – Anche se ci sono tantissimi eventi, specie in questo periodo, rimane più povera perché è tutto uguale a se stesso. Esperienze in cui non c’è la ricerca del profitto sono viste di cattivo occhio, tutto va verso la direzione del generare profitto, del mettere a reddito gli spazi, gli eventi, la cultura e tutto ciò che ne consegue».

ASCOLTA L’INTERVISTA A NICOLA DONADIO: