Sabato scorso al Covo Club sono saliti sul palco i Cloud Nothings, la band di Cleveland che ha chiuso il tour italiano sotto le Due Torri. Il fotoracconto della nostra Matilde Morselli.

Sabato 16 febbraio la band di Cleveland ha chiuso il tour italiano al Covo Club di Bologna dove ha registrato un sold out praticamente annunciato. Dylan Baldi, Tj Duke, Jayson Gerycz e Chris Brown hanno fatto saltare il parterre del gate 2 con il loro suono pesante, energico, che ha scatenato il pubblico in un pogo e in una serie di stage diving da far sentire fuori tempo massimo chi avrebbe voluto avere qualche anno in meno per buttarsi sotto palco. Il live è tecnicamente perfetto, in equilibrio tra la tracklist dell’ultimo disco Last Building Burning e i pezzi più “decisi” del loro passato discografico.

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Cloud Nothings @Covo Club 

I Cloud Nothings sono una band relativamente giovane, è il 2009 e la Bridgetown Records pubblica l’ep Turning On che metterà Baldi nelle condizioni di dover pensare ad un progetto più definito per aprire i live di band come i Real Estate e Woods. Il percorso è tracciato e i Cloud Nothings sono pronti per lasciare un segno nel panorama dell’indie rock consacrandosi l’anno successivo con l’uscita di Attack on memory, un punto di riferimento per la discografia del genere alt-rock, registrato a Chicago con la collaborazione di Steve Albini, il cui nome parla da solo. Il curriculum dei Cloud Nothings comincia a diventare di tutto rispetto, seguono altri tre album Here and Nowhere Else (2014) e Life Without Sound (2017), un album meno “tirato” e forse più contemplativo. L’ultimo progetto Last Building Burning, esce il 19 ottobre 2018 per la Carpark Records e il frontman della band, in un’intervista, lo introduce così: “Ho scritto questo disco perché sentivo che non c’erano molte rock band in giro a fare questo tipo di cose, al momento. Non che manchino delle band che suonino bene, ma mi sembra che manchino di quella “heavyness” che a me piace tanto. Al momento sono ossessionato dal concetto di “energia”. Definirei il disco in questi termini: sette detonazioni brevi e una lunga di intenso e controllato caos”.

Ed è stato così tutto il live dei Cloud Nothings, un intenso controllato caos di intenzioni sentite e urlate, perché: “I know, my life’s not gonna change and I’ll live, through all these wasted days”.

Matilde Morselli