Anche Bologna chiede la liberazione del leader curdo Abdullah Öcalan. Un’iniziativa che si è svolta in 70 città europee e che sotto le Due Torri è nata su impulso dell’Associazione Ya basta Bologna a cui partecipano varie realtà, tra cui la rete femminista Jin, il circolo anarchico Berneri, Michele Bullgarelli, segretario generale della Cgil Bologna, Mauro Collina di Rifondazione Comunista e Emily Clancy, vicesindaca di Bologna.
«Libertà per Abdullah “Apo” Öcalan», è l’appello congiunto dei soggetti coinvolti.

Abdullah Öcalan, prigioniero della Turchia: da 29 mesi non si hanno sue notizie

È dal febbraio 1999 che il leader curdo, Abdullah Öcalan, si trova sotto detenzione delle autorità turche, in un carcere di massima sicurezza nell’isola di Marmara. Da allora gli è stato impedito ogni contatto con il mondo esterno, ed è stato sottoposto a torture e isolamento.
La sua liberazione è chiesta a gran voce dalla comunità internazionale, in particolar modo attraverso il movimento “Libertà per Öcalan, una soluzione politica per la questione turca”, il quale unisce svariati attori sociali, come quelli che ieri si sono riuniti di fronte Palazzo d’Accursio per una conferenza stampa.

La vicesindaca Emily Clancy ha sottolineato come, nonostante l’attenzione internazionale sia calata, la situazione del popolo curdo sia gravissima. Di pari passo, è grave la situazione di Öcalan: «Non si hanno notizie da 29 mesi, non sappiamo nulla sulle sue condizioni di salute, è necessario che la comunità internazionale non si disinteressi alla questione».
Antonella Belluomini della rete femminista Jin ha sottolineato la bontà del progetto politico di Öcalan, unico leader a riconoscere l’oppressione della donna come prima oppressione, su cui si fondano tutte le altre.

Il modello del confederalismo democratico, proposto da Öcalan, resta un modello unico nel suo genere, specie in quell’area del mondo. Si tratta di una proposta basata sulla costruzione di democrazie orizzontali, sulla liberazione delle donne, su economie cooperative, sulla protezione dell’ambiente e sull’uguaglianza di tutte le etnie, religioni e lingue.

ASCOLTA L’INTERVISTA A EMILY CLANCY: