Dopo i sindacati, si allunga la lista di chi non vuole un aumento della tassa sulla prima casa. Ascom: “No alla guerra fra poveri”. Pdci: “Si colpisca l’evasione”.

In attesa del secondo round tra Comune e sindacati sul Bilancio 2013 e, in particolare, sull’ipotesi di un aumento dell’Imu dallo 0,4 allo 0,5% sulla prima casa avversato nettamente dalle parti sociali, si allunga oggi la lista dei contrari.
L’Ascom è intervenuta quest’oggi per esprimere contrarietà anche alla controproposta sindacale di risparmiare le abitazioni dagli aumenti e concentrare questi ultimi sulle attività produttive.
“Impostare la questione così porterebbe solo ad una guerra tra poveri”, afferma il direttore generale dell’Ascom Giancarlo Tonelli, che ricorda che l’Imu per le imprese è già al 9,6 per mille, quindi è molto elevata.
Secondo Tonelli, “è la mentalità e la cultura amministrativa che devono cambiare”, perché “si continua a rincorrere la mancanza di trasferimenti statali aumentando la pressione fiscale su famiglie e imprese, che già vivono una difficoltà altissima”.
Gli stessi commercianti sono preoccupati per l’eventuale aumento dell’Imu sulle prime case che porterebbe inevitabilmente ad un ulteriore calo dei consumi.

Contrario all’aumento della pressione fiscale è anche il Pdci. “Comprendiamo che l’aumento delle tasse locali è fatto per non tagliare la spesa sociale – si legge in una nota del partito – Riteniamo però che l’aumento dell’Imu sia l’ultima strada da percorrere”.
E vengono indicate anche le alternative: scovare i tantissimi casi di evasione e di affitti in nero. “Il Comune di Bologna, in collaborazione con le autorità competenti – spiegano i Comunisti Italiani – dovrebbe verificare quanti sono gli appartamenti veramente sfitti a Bologna: è sufficiente incrociare i dati sui consumi elettrici, telefonici, dell’acqua e del gas con i dati sugli immobili”.
I Comunisti Italiani ritengono infine che “qualora fosse necessario procedere all’aumento dell’Imu, questa debba colpire le seconde e terze case e gli immobili di lusso (Categorie catastali A1, A8 e A9). È necessario quindi intraprendere quanto prima una riclassificazione degli immobili del nostro Comune, specialmente di molti appartamenti del centro storico che sono ancora classificati come alloggi popolari nonostante le quotazioni stratosferiche di mercato”.