In mezzo scorre il fiume, percorsi fra arte, musica e natura è il festival itinerante diretto da Luisa Cottifogli giunto alla sua quinta edizione, che crea uno stretto dialogo fra arte, musica e natura negli splendidi luoghi dell’Appennino tosco-romagnolo. Nome e logo del festival, disegnato dalla direttrice Cottifogli stessa, rimandano proprio ai diversi fiumi che hanno dato il nome alle splendide valli che ospiteranno i vari appuntamenti del festival: Sellustra, Sillaro, Santerno, Senio, Quaderna, Idice. Ci saranno eventi anche in pianura in diversi comuni – ne sono coinvolti 12 – fra i quali Bagnara di Romagna, Fiorenzuola, Fontanelice, Mordano per citarne alcuni.

Il programma del Festival “In mezzo scorre il fiume”

Il Festival estivo che aprirà il 29 giugno e si chiuderà il 1 settembre è stato anticipato dal primo dei 24 appuntamenti: si tratta del Cantamaggio, che si è svolto «in alcuni borghi fra l’imolese e il lughese, quindi fra Emilia e Romagna. Da questa festa poi nasce tutto il festival estivo che si bilancia sempre fra la tradizione e la contemporaneità, l’impiego di artisti emergenti acconto ad altri più affermati. In questo senso abbiamo invitato vari musicisti più conosciuti e meno conosciuti. Fra quelli di fama internazionale c’è Riccardo Tesi che, presso il chiostro di Santa Maria in Regola, a Imola, presenta un concerto in solo di organetto diatonico che s’ intitola proprio Tradizionale e contemporaneo. Infatti, suonando l’organetto diatonico, ha preso sulle sue spalle la tradizione e l’ha portata in tutta Europa e in
tutto il mondo, facendo conoscere questo strumento, ma anche aderendo a stili che sono jazz, rock e pop, quindi con una mescolanza di linguaggi e un suo senso artistico».

Festival fra tradizione e contemporaneità, quindi, ma anche itinerante. «Comune denominatore di tutti questi eventi è il fatto di spostarsi assieme facendo escursioni con esperti del territorio, scoprendone la biodiversità, incontrando artisti che espongono e musicisti che suonano. Si godrà così della bellezza del territorio e di quella della musica che viene innestata in questi panorami». Questa modalità permette
così di prestare attenzione allo spiritus loci, per cui ogni artista è chiamato ad interagire e respirare all’unisono con il luogo di natura o di storia dove si esibisce. Come si può facilmente notare scorrendo gli eventi. Sabato 29 giugno, primo giorno del festival, a Casalfiumanese le cornamuse di Marco Tadolini e Matteo Rimini s’intrecceranno con i colori del tramonto in un concerto emozionante ed originale. Domenica 30 giugno a Belvedere (Castel del Rio), nella bellissima e panoramica località di Vicchio, il violoncellista bolognese Enrico Guerzoni è il protagonista di un concerto campestre. Precede il concerto un’escursione guidata da Corrado Arienti per scoprire e cogliere direttamente sui campi le spighe dei grani antichi e poi scendere verso il Mulino di Vicchio dove il grano veniva macinato anticamente.

L’avventura è assicurata anche con escursioni notturne: una di queste, domenica 4 agosto, prevede che dopo la cena si salga verso il borgo di Sant’Andrea con narrazioni sui miti delle stelle, riconoscimento costellazioni ed incursioni sonore a cura dell’astronomo-musicista affabulatore Angelo Adamo. Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.

Celebrare luoghi spesso decentrati e di confine la cui bellezza naturalistica, paesaggista e storica non ha eguali è la ragione per cui è nato questo festival. «Il festival nasce proprio da una lotta nel 2019 contro il taglio degli alberi effettuati sul Santerno da una ditta che ha fatto dei disastri; in quel momento io ho lottato con le denunce ma poi mi sono detta “io ho armi forse più potenti perché sono armi che bypassano la logica e vanno dirette all’emozione delle persone; e quindi ho organizzato un flashmob nel 2019 sotto un drammatico cumulo di alberi e rami; sono arrivati musicisti un po’ da tutta Italia a suonare, le persone hanno partecipato. Abbiamo finito per cantare tutti insieme. È stata una cosa stupenda che mi ha aperto il cuore e mi ha fatto dire: la mia arma più potente è questa, come artista, di
chiamare altri artisti e puntare i fari in questo modo sul territorio».

ASCOLTA L’INTERVISTA A LUISA COTTIFOGLI: