«Di solito quando leggo un testo cerco di stabilire di quale genere è, qual è lo stile, di che si tratta: una commedia, una tragedia, una farsa. E questa qui è una farsa». A parlare è Nanni Garella, regista di Don Giovanni, spettacolo teatrale ispirato alla versione di Molière che andrà in scena dal 13 al 25 maggio al Teatro Arena del Sole di Bologna.

La farsa del Don Giovanni interpretato da Michela Lucenti con la regia di Nanni Garella

Il genere farsa che Garella riconosce alla pièce del commediografo francese è un elemento che gli fa apprezzare il testo. «I personaggi più noti delle opere di Molière, come Misantropo o Tartufo, sono personaggi borghesi dotati di una forte psicologia. Il suo Don Giovanni, invece, è completamente diverso – racconta Garella – Non è una persona che possiamo incontrare per strada, viene dalla letteratura, è solo letteratura e teatro. Può vivere solo nel teatro».
Questa natura di “maschera teatrale”, slegata da un prototipo reale, gli ha permesso la libertà autoriale di affidare ad un’attrice, Michela Lucenti, il ruolo di Don Giovanni.

Da una parte «non è stata una scelta ideologica. Innanzitutto, lei è capace di fare delle cose che altri non sanno fare. È un’attrice kabuki. E poi nel Don Giovanni di Molière si sente meno la contrapposizione uomo-donna; non è uno scontro perché le donne non sono considerate un diverso ma un simile», continua il regista. Dall’altra, trattandosi di una farsa, «l’approccio a questo personaggio e poi a tutto il lavoro è stato estremamente fisico, ritmico come è la farsa – racconta Lucenti – privo di un discorso psicologico, e concentrato molto, invece, sul corpo. Un lavoro artigianale, di fatto più libero da tanti punti di vista».

Garella racconta che il progetto di sceneggiare la pièce è rimasto nel cassetto della sua scrivania per 40 anni, proprio perché si chiedeva come farlo. Poi l’idea di prendersi un’altra libertà registica rispetto all’opera originale. «Mi è tornato in mente un sogno che ho fatto tanti anni fa: era la scena finale del Don Giovanni, lui sta per essere ucciso. Ad un certo punto entra un custode nel teatro ed accende le luci di servizio. Quindi nel mio sogno la scena finiva prima perché un custode ha sbagliato entrata. E questa interruzione è diventata nel tempo un po’ un’ossessione e ho capito perché. Volevo farlo in quel modo: non negando che Don Giovanni muore. Ma, come diceva Orson Wells, anticipando il finale».

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Il Don Giovanni di Molière con la regia di Nanni Garella è una creazione della Compagnia Arte e Salute, realizzata insieme a Balletto Civile e Michela Lucenti, protagonista in scena e curatrice delle coreografie. La Compagnia di prosa Arte e Salute diretta da Nanni Garella fa parte dell’Associazione Arte e Salute APS, nata nel 2000, che svolge la sua attività in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di Bologna, nell’ambito del progetto della regione Emilia-Romagna “Teatro e Salute Mentale”, ponendosi come obiettivo principale quello di migliorare, attraverso il lavoro in campo teatrale e nella comunicazione, l’autonomia, la qualità della vita e la contrattualità delle persone che soffrono di disturbi psichiatrici.

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