Le opposizioni al governo Meloni lo hanno fatto presente anche con veemenza: il periodo non è dei migliori per famiglie, cittadine e cittadini. Cionostante il Consiglio dei ministri ha approvato il dl Energia dal quale manca la proroga del mercato tutelato per gas ed elettricità. Ciò significa che tra gennaio e aprile tutti dovranno passare al mercato libero e cercare nelle offerte dei circa 600 gestori del settore presenti in Italia il contratto che permetta alle persone di non perdere ulteriore potere d’acquisto, già fortemente eroso dall’inflazione.
Pd, M5s, Verdi e Sinistra Italiana profetizzano uno scenario fosco, con milioni di famiglie italiane che potrebbero vedersi raddoppiati o triplicati i costi delle bollette.
Esagerano? Non è detto, visto che una delle argomentazioni degli amanti del libero mercato, cioè che questo attraverso la competizione tra compagnie permetta di avere costi più bassi e risparmiare, è stata disattesa giusto l’anno scorso con l’esplosione delle bollette in seguito alle speculazioni finanziarie determinate in parte anche dalla guerra in Ucraina.
Energia, cosa significa passare dal mercato tutelato al mercato libero
All’interno del proverbiale capitolo del “ce lo chiede l’Europa”, un’Europa parecchio neoliberista, il governo Meloni non ha introdotto nel dl Energia approvato ieri in Cdm la proroga del mercato a maggior tutela per gas ed elettricità. Ciò significa che da gennaio l’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) non determinerà più le condizioni economiche e contrattuali per energia elettrica e gas.
Da gennaio, quindi, i costi dell’energia saranno stabiliti solo dalle società energetiche e che offriranno, in concorrenza tra loro, diverse soluzioni contrattuali ai clienti.
Come la stessa Eni Plenitude scrive, «il mercato libero è il risultato di un processo di liberalizzazione del mercato dell’energia e del gas iniziato negli anni ’90 e conclusosi nel 2017. L’entrata in vigore del mercato libero non prevede più la partecipazione dell’autorità di Stato nel controllo dei costi dell’energia».
In altre parole significa che i cittadini e le cittadine saranno completamente esposti al mercato e alle sue oscillazioni, incluse le speculazioni non determinate dai meccanismi di domanda e offerta, ma da scommesse finanziarie. È quello, ad esempio, che abbiamo visto nel 2022, quando il costo delle materie prime energetiche è schizzato non per effetto di una loro effettiva carenza, ma per le speculazioni nei mercati.
«Sono anni che noi sottolineavamo l’esigenza di una proroga del mercato tutelato – afferma ai nostri microfoni Renza Barani, presidente di Federconsumatori Emilia-Romagna – o almeno di un’informazione capillare a famiglie e cittadini».
Per l’associazione di consumatori, la scelta del governo Meloni non è coerente con la situazione delle famiglie dal punto di vista economico, in un contesto di un mercato libero molto aggressivo e pieno di storture, che ha portato anche a costi maggiori per le famiglie.
«Un cittadino, per aprire consapevolmente un’utenza nel mercato libero – continua Barani – deve avere una serie di informazioni sui propri consumi e andare alla ricerca di un gestore che proponga la tariffa più vantaggiosa per le sue esigenze. Solo che i gestori nel settore in Italia sono 600, quindi è una vera e propria giungla di dati, informazioni e a volte segnalazioni capzione dei gestori che purtroppo fuorviano le scelte dei cittadini».
Non è insomma facile muoversi tra le migliaia di offerte tenendo sotto controllo tutti i parametri da considerare: quanto consumiamo, qual è il costo per metrocubo o kilowattora, se il prezzo è bloccato e per quanto tempo, se la tariffa ha un tetto massimo di consumi.
La nuova norma, in realtà, prevede una platea che avrà accesso a delle tutele. Sono i cosiddetti vulnerabili, che però rispondono a meccanismi stringenti: essere beneficiari di Bonus Sociale Economico, avere un’età superiore ai 75 anni, essere titolari di fornitura ubicata in strutture abitative di emergenza a seguito di eventi calamitosi o rientrare tra i soggetti con disabilità.
«È una platea troppo ristretta – sottolinea la presidente di Federconsumatori Emilia-Romagna – Avevamo chiesto a gran voce che il mercato tutelato rimanesse come punto di riferimento di tutto il mercato dell’energia. Purtroppo oggi le tutele per noi sono troppo limitate».
ASCOLTA L’INTERVISTA A RENZA BARANI: