La rassegna si svolgerà dal 23 al 26 novembre a Bologna, con un’anteprima nella giornata di sabato 18 novembre. «Il focus è stato andare a studiare come disegnatrici e disegnatori stanno rappresentando lo spazio e che cosa questo dice di quello che succede fuori dal fumetto» racconta Elisabetta Mongardi di Hamelin.

Il nuovo progetto a fumetti di Hamelin arriva a Bologna

Si chiama “Ad occhi aperti. Disegnare il contemporaneo” la nuova creatura di Hamelin, associazione culturale che da più di vent’anni si occupa di educazione alla lettura, letteratura per l’infanzia, fumetto e illustrazione. Il nuovo cammino intrapreso da Hamelin propone mostre, laboratori, residenze, incontri, produzioni artistiche e editoriali che cercano di raccontare il presente attraverso la lente del fumetto.

Hamelin nel 2022 ha deciso di concludere l’esperienza del festival BilBOlbul, festival di fumetto indipendente che per 15 edizioni ha portato a Bologna le proposte più interessanti del panorama italiano e internazionale. L’associazione ha deciso però di proseguire il suo lavoro di studio con una rassegna che vuole essere uno spazio di conversazione intorno al disegno come processo. «Se BilBOlbul era un festival tradizionale, “Ad occhi aperti” nasce con un intento diverso, che è prendere un argomento, fare ricerca e costruire poi un programma sull’argomento studiato» descrive Elisabetta Mongardi.

La prima edizione del progetto ha per titolo un doppio interrogativo: “Qui? Come abitare oggi?”. Disegnare significa creare spazi, e anche leggere le immagini si può intendere come l’atto di “abitare” lo spazio fisico del racconto. Tutto il programma ruota intorno a questo tema di studio, in cui ogni evento è un tassello per un’indagine delle storie che meglio esprimono il rapporto con gli spazi che abitiamo.

Sabato 18 novembre si terrà un’anteprima della manifestazione, che inaugurerà nella sede del Quartiere Santo Stefano le due mostre principali dedicate al tema dell’abitare. Da un lato, la collettiva “Qui? Come abitare oggi?”, che vedrà esposte le opere di Jérome Dubois, Marijpol, Erik Svetoft, Lisa Mouchet e Sammy Stein, che hanno lavorato sulle diverse dimensioni dell’abitare. Accanto alla collettiva, troviamo poi “Senza essere visti”, mostra che racconta l’abitare attraverso il rapporto con gli oggetti ed è nata dalla collaborazione tra la fumettista Eliana Albertini e la fotografa Valentina D’Accardi. Entrambe le mostre sono al Baraccano nel Quartiere Santo Stefano e rimarranno aperte fino all’8 dicembre.

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ASCOLTA L’INTERVISTA A ELISABETTA MONGARDI: