Nuovo album di Mark Lanegan, pubblicato con l’etichetta Vagrant Records, una produzione di sole covers,che  per eccesso di modestia ha deciso di intitolare “ Imitations“.

Mark Lanegan torna in pista

Attendendo la tappa bolognese del suo tour, che lo vedrà protagonista insieme al polistrumentista inglese Duke Garwood sul palco del Teatro Duse il prossimo 18 novembre, sicuramente un appuntamento da non perdere, intanto godiamoci queste riletture di grandi classici.

L’album è godibile, le canzoni scelte, grazie ad una grande capacità interpretativa, di concerto con l’atmosfera autunnale, ci fanno immergere in uno stato emozionale di profondo romanticismo e di melanconia. Sentimento in cui è facile abbandonarsi in età matura, e il nostro buon Mark, non è rimasto immune. Ad accompagnarlo in questa produzione ritroviamo alle chitare acustiche Mike johnson e Jeff Fielder , alla sezione archi si segnalano invece Andrew Joslyn e Rebecca Filice, che in alcune tracce ricamano atmosfere di particolare fascino come nella splendida “ Solitaire”. Tra gli altri musicisti citiamo, al basso Duff McKagan e Billy Stuver al piano.

L’album si apre “Flatlands“, e ci immerge subito in una intensa atmosfera folk-blues, che grazie alla voce da crooner di Mark, fa rivivere di luce propria il brano di Chelsea wolf, sicuramente da annoverare tra gli episodi sonori più interessanti dell’album. Tra le perle interpretative della produzione vi segnaliamo l’intensa “ She’s Gone” , un classico del grande Vern Gosdin.

Quando ero bambino verso la fine degli anni ’60 e i primi ’70, i miei genitori e i loro amici , suonavano a casa nostra i dischi di Andy Williams, Dean Martin, Perry Como, Frank Sinatra, musica orchestrale, con uomini che cantavano canzoni che parevano tristi, sia che lo fossero o meno. Si ascoltava anche tanta musica country, Johnny Cash, Willie Nelson, Vern Gosdin” Ha dichiarato recentemente Lanegan.

Per concludere vi segnialiamo la splendida interpretazione di “Pretty Colours”, la già citata ” Solitaire”, e l’intamontabile “Autumn Leaves” cantata in modo impeccabile. Per quanto non ami molto gli album di cover, vi confesso che ” Imitations” mi è piaciuto particolarmente, e penso che grosso merito va dato a Lanegan, che è riuscito a dare a delle vecchie canzoni un personalissimo tocco, grazie alla sua proverbiale classe interpretativa.

Salvatore Titolo