Nuove azioni di boicottaggio del Cua contro i tornelli installati dall’Università alla biblioteca di via Zamboni 36. Aperti per il secondo giorno varchi nel sistema di controllo che aveva creato lunghe code. Gli studenti: “Ma quale sicurezza, i tornelli servono a rompere la socialità e gli scambi”.

Tornelli Unibo: si riaccende il dibattito

Ha tutte le premesse per diventare un nuovo braccio di ferro tra Alma Mater e studenti del Cua la questione dei tornelli al 36 di via Zamboni. Dopo la contesa sul tema della mensa che aveva impegnato gli attivisti (con tanto di botte da parte della polizia) prima di Natale, ora il fronte si sposta nella biblioteca universitaria, che per il Cua stesso rappresenta una sorta di quartier generale.
Lo spazio aveva tardato la riapertura dopo le feste proprio a causa del sistema di controllo degli accessi. “Una questione di sicurezza“, avevano motivato i vertici dell’Ateneo.

Per il Cua, però, il dispositivo ha una funzione ben diversa, quella di ostacolare l’aggregazione, gli scambi e la socialità all’interno della biblioteca, in particolare tra gli studenti – che hanno diritto d’accesso attraverso il badge universitario – e coloro che non sono muniti del tesserino e che con il nuovo sistema resterebbero fuori.
“Studentesse e studenti – spiega ai nostri microfoni Angelo del Cua – affermano di non essersi mai sentiti sicuri come all’interno del 36. Quello della sicurezza è un pretesto”.

Nel giorno del varo dei tornelli, ieri, si sono registrate lunghe code di studenti che attendevano di entrare. Le immagini circolate sui social mostrano file che occupano tutta piazza Verdi.
Forti anche di questi problemi tecnici, gli attivisti del Cua hanno boicottato il sistema di controllo, permettendo il libero accesso alla biblioteca.
Ciò ha provocato la rabbia del prorettore vicario Mirko Degli Esposti, che ha minacciato di tenere chiuso il 36. Una minaccia cui gli attivisti hanno risposto paventando un’occupazione, scongiurata dalla mediazione della prorettrice Elena Trombini.

Questa mattina, però, la situazione presentatasi è apparsa la stessa di ieri: tornelli ripristinati e nuove code. Di qui il nuovo boicottaggio: varchi aperti e libero accesso.
“Se vogliamo approfondire il tema – continua Angelo – noi non neghiamo che nella zona universitaria ci siano comportamenti contraddittori. Ma non è isolando gli studenti e mettendo i tornelli che si risolvono”. In altre parole, secondo lo studente i problemi di spaccio o abusivismo che si registrano in via Zamboni e piazza Verdi possono essere affrontati solo favorendo gli scambi e non separando le soggettività presenti.