Dopo i video di Fanpage, Bassolino ha presentato un ricorso sul voto truccato alle primarie del Pd napoletano. Orfini e Valente, però, hanno già detto che il risultato non verrà messo in discussione e la commissione ha respinto il ricorso. Il giornalista Di Rienzo: “I video mostrano modalità simili a quelle dello spaccio. Viene da chiedersi se sono primarie di popolo o di apparato”. D’Andrea (Possibile): “Niente di nuovo, è un regolamento di conti tra capibastone, ma tanto i napoletani voteranno De Magistris”.

La polemica sollevata dai video pubblicati dal sito Fanpage.it, che ritraggono strani passaggi di denaro all’esterno dei seggi allestiti per le primarie del centrosinistra a Napoli, hanno spinto Antonio Bassolino al ricorso. La vittoria di misura di Valeria Valente potrebbe così essere messa in discussione qualora la commissione accogliesse il ricorso.
Sia Valente che il presidente nazionale del partito, Matteo Orfini, però, hanno già affermato la legittimità del risultato di domenica scorsa. E infatti, nel pomeriggio di oggi, la commissione ha respinto il ricorso.

“I fatti avvenuti all’esterno dei seggi ricordano per modalità i passaggi di denaro messi in luce da video della Polizia sullo spaccio di droga a Scampia – osserva il giornalista napoletano Alessandro di Rienzo – La cessione di denaro è molto simile a quella dello spaccio. Nei video sono poi presenti personaggi non al di sopra di ogni sospetto che sembrano indirizzare il voto. Si tratta di uomini che erano legati all’ex Consigliere regionale Cosentino condannato per i suoi rapporti coi casalesi”.
Dello stesso avviso anche Simone D’Andrea, giovane fuoriuscito dal Pd e confluito ora a Possibile, il movimento di Pippo Civati: “Purtroppo non è successo niente di nuovo, le primarie ormai sono diventate un regolamento di conti tra capibastone“.

Se a questi fatti si aggiunge che hanno votato solo 30mila persone, neanche il 3% degli aventi diritto, la domanda che sorge spontanea è quanto queste primarie siano primarie di popolo o quanto, invece, siano primarie di apparato.
“Se anche solo il 50% di quelli che hanno votato esprimessero la loro partecipazione spontanea sarebbe un buon risultato – sostiene Di Rienzo – Ma il dubbio è proprio se di quei 30mila anche solo la metà abbia espresso spontaneamente la propria preferenza senza forzature”.

Nonostante la stampa abbia riferito che l’affluenza di domenica scorsa è cresciuta rispetto alle consultazioni precedenti, il giornalista ricorda che alle primarie di 5 anni fa votarono almeno 45mila persone e che di fronte a un caso simile di compravendita dei voti si procedette all’annullamento.
“Quando venne sollevata la polemica dell’infiltrazione cinese nelle primarie, Bersani procedette all’annullamento – ricorda il giornalista – Oggi di fronte a una riduzione dei numeri questi video sembrano dimostrare che ognuno a queste primarie abbia giocato le proprie carte”.

Anche Bassolino, dunque, non è esente da critiche. “L’ex sindaco, del resto, in seggi come quello di Monte Calvario nei quartieri spagnoli, ha ricevuto una preferenza talmente spropositata rispetto alla Valente, che fa pensare che anche lì sia stato fatto qualcosa. Per lo meno in termini di esortazioni interne alla base del partito”, commenta Di Rienzo, secondo cui Bassolino vuole organizzarsi l’uscita di scena cercando di risultare il padre nobile della sinistra napoletana.

Sembra così riaffermarsi un problema di questione morale all’interno del Pd campano, che Di Rienzo definisce strutturale: “Non si sono verificati in questi anni né un’azione politica, né una rigenerazione che possano anche solo mettere sul tavolo il tema della questione morale. Le iniziative sono state poche e solo da parte di qualche giovane”.

E proprio il giovane D’Andrea spiega la scelta di campo che ha fatto, a fronte delle dinamiche interne al Pd: “Io ho scelto di non partecipare più a questi appuntamenti. Parlando con molti cittadini, anche lontani dalle esperienze di partito, emerge molta disaffezione. In ogni caso, penso che i napoletani non lasceranno la città nelle mani di questi personaggi e torneranno a scegliere Luigi De Magistris“.

Gabriele Amadori e Alessandro Canella