Il 9, 10 e 16 maggio la scuola si ferma contro i test Invalsi, la privatizzazione e il taglio all’istruzione pubblica.

Cresce l’opposizione contro i test invalsi, introdotti dalla Gelmini ed estesi a tutti gli studenti dal nuovo esecutivo. Contro questa metodologia di valutazione, che si avvale di prove a quiz, svilendo la complessità della didattica, si sono mossi le organizzazioni dei Cobas, Cesp, il coordinamento precari scuola bologna, il collettivo autnomo studentesco e le assemblee dei  genitori.

Scioperi sono stati indetti il 9 maggio per materne ed elementari,  il 10 per le medie e il 16 alle superiori. Secondo gli organizzatori si  innescherebbe una competizione fra istituiti e dividendo fra scuole di serie a e di serie b: il punteggio ottenuto nei test è infatti alla base della distribuzione dei finaziamenti. Gianluca Gabrielli, dei Cobas, ci spiega le ragioni della mobilitazione.

Angelica Erta