Valori nutrizionali, origine, dimensioni dei caratteri, allergeni, origine dei grassi. Ecco le regole delle nuove etichette alimentari, in vigore dal 13 dicembre 2014. Secondo l’associazione di consumatori Altroconsumo le novità sono positive, “nonostante qualche occasione mancata”.

Guida alle nuove Etichette Alimentari con Altroconsumo

Con il Regolamento europeo n. 1169/2011, entrato in vigore il 13 dicembre, viene fatta più chiarezza e vengono introdotte importanti novità riguardo le informazioni sugli alimenti. A partire dagli aspetti formali: il Regolamento specifica che le scritte devono essere messe in un punto evidente e con un’altezza minima dei caratteri, garantendo una migliore leggibilità e ponendo fine a scritte microscopiche o nascoste nelle pieghe dell’etichetta. Novità più sostanziali sono invece quelle che riguardano i valori nutrizionali, gli ingredienti e l’indicazione d’origine.

L’etichetta nutrizionale sarà obbligatoria per tutti gli alimenti dal dicembre 2016, ma chi da adesso la vuole riportare deve comunque adeguarsi alle novità introdotte dal Regolamento: indicazione obbligatoria della quantità di grassi saturi (e non più solo dei grassi), dello zucchero (e non solo carboidrati) e del sale (e non più del sodio). Le informazioni sugli ingredienti si fanno più specifiche e viene richiesta maggiore chiarezza: scompare la  generica scritta “olio vegetale” o “grasso vegetale” perché viene dato il dettaglio del tipo di olio o grasso usato (palma, cocco…). Inoltre, gli ingredienti che possono causare reazioni allergiche devono essere messi ben in evidenza nella lista. Con il nuovo Regolamento, poi, l’indicazione d’origine sarà obbligatoria non più solo per la carne bovina: da aprile 2016 sapremo dove pollame, suini, ovini e caprini, sono stati allevati e macellati.

“Purtroppo la legge non prevede nulla sullo stato di nascita degli animali”, sottolinea Antonella Borrometi, esperta di alimentazione di Altroconsumo. Secondo l’associazione di consumatori le novità introdotte dal nuovo regolamento sono apprezzabili, tuttavia poteva essere fatto qualcosa in più: “non si fa chiarezza sugli alimenti sfusi e preincartati, cioè quelli confezionati nei punti vendita – spiega Borrometi – un’altra richiesta che avevamo fatto era quella di riportare sul fronte dell’etichetta le informazioni nutrizionali, che il consumatore guarda al momento di fare la spesa, mentre al momento sono riportate sul retro”.