Un sacco da boxe, come quelli utilizzati dalle e dai pugili nelle palestre per allenarsi, che raffigura il patriarcato, allestito in via Indipendenza, nel centro di Bologna, e preso a pugni collettivamente. È questo, in sostanza, “Workout“, un “allenamento collettivo” e una performance all’interno della diciannovesima edizione del festival “La Violenza Illustrata” della Casa delle Donne di Bologna.
L’idea è di due artiste, Silvia Levenson e Natalia Saurin, che durante l’azione partecipativa realizzeranno un’opera video.

All’interno del festival La Violenza Illustrata la performance per prendere a pugni il patriarcato

L’appuntamento per “Workout” è per domenica 24 novembre, vigilia della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ad orari prestabiliti (dalle 9.00 alle 19.00), le artiste invitano tutte le persone a partecipare, fornendo guantoni da boxe e l’esperienza di un’insegnante di pugilato, per colpire il sacco predisposto per l’installazione.
Lo scopo della performance è far riflettere sullo sforzo fisico e psicologico che le donne affrontano ogni giorno a causa della discriminazione, del controllo e del giudizio in una società che si dice equa.

«Quello che proponiamo è una sorta di allenamento per la distruzione del patriarcato – racconta ai nostri microfoni Natalia Saurin – La nostra idea è quella di visualizzare il patriarcato, perché è qualcosa di astratto, di cui nessuno vuole parlare, ma lo viviamo tutti i giorni ed è una cultura violenta a cui sia gli uomini che le donne “devono sottostare”».
La metafora dell’installazione, dunque, è che ci vuole allenamento per riconoscere il patriarcato. E lo stesso utilizzo del corpo nella performance, che per qualcuna ha avuto anche un effetto liberatorio, è un elemento importante anche per rompere gli stereotipi di genere che vedono le donne reprimere la propria fisicità.

ASCOLTA L’INTERVISTA A NATALIA SAURIN: