Dopo un avvio entusiasta, caratterizzato dalla partecipazione massiccia alla prima iniziativa al Nuovo Cinema Aquila a Roma e dalla partecipazione con un intervento autonomo alla grande manifestazione popolare del sabato scorso lanciata dal Movimento 5 Stelle, il percorso #tuttiacasa si prepara a fare tappa a Bologna. L’appuntamento è fissato per sabato 12 aprile, al Nuovo Cinema Nosadella, a partire dalle 16:00, dove intellettuali, attivisti e cittadini si ritroveranno per un confronto pubblico su uno degli argomenti più urgenti e scottanti del nostro tempo: la fine del riarmo e la riaffermazione della sovranità popolare.

Un Percorso di Resistenza e Riscatto Sociale

Tra i partecipanti a questo incontro ci saranno figure di spicco come Elena Basile, Claudia Candeloro, Paolo Cornetti, Angelo D’Orsi, Gabriele Guzzi, Giuliano Marrucci, Ugo Mattei, Enrico Monaco, Giuseppe Salamone, Clara Statello, Maurizio Sicuro e Alessandro Volpi. Il movimento #tuttiacasa è nato come risposta a un’inevitabile verità che, sebbene evidente, è stata spesso ignorata: quando una classe dirigente porta un paese in guerra contro la volontà del suo popolo, e questa guerra si rivela una sconfitta, quella stessa classe dirigente deve andare a casa.

Le guerre, infatti, sono eventi che comportano sacrifici straordinari, ma non per coloro che siedono al potere. Per chi sta nelle stanze dei bottoni, la guerra è una scelta indolore, che può anzi garantire vantaggi enormi: fama, una carriera politica rampante e, naturalmente, l’opportunità di arricchirsi. Tuttavia, quando questa scelta si rivela fallimentare, il prezzo da pagare deve essere altrettanto alto. Solo così si può evitare che le decisioni fatali vengano prese senza considerazioni serie e responsabili.

L’Errore Storico delle Classi Dirigenti

Ecco il comunicato stampa degli organizzatori: ”Nessuna classe dirigente degli ultimi 80 anni ha commesso errori più gravi di quella attuale. In particolare, il piano di riarmo europeo promosso da Ursula von der Leyen, che prevede la spesa di 800 miliardi di euro per armamenti e munizioni, è un segno tangibile di quanto il nostro sistema politico e finanziario stia perdendo la propria legittimità. Questo piano è ancora più clamoroso se si considera che per anni ci è stato detto che non c’erano fondi sufficienti per sanità, scuola e salari. Ora, il denaro c’è, ma è destinato a finanziare la guerra, non a migliorare le condizioni di vita della popolazione.

E poi continua ”Questo errore di calcolo, che ha coinvolto tutte le fazioni del cosiddetto “Partito Unico della Guerra e degli Affari”, ha innescato una vera e propria guerra civile tra le oligarchie occidentali. Il dibattito pubblico è ora scosso da giornalisti, intellettuali e politici che, dopo aver sostenuto una propaganda bellicista dannosa per anni, si trovano a fare i conti con la realtà di una sconfitta che metterà in discussione tutto il sistema”

La sconfitta della linea iper-bellicista è stata così traumatica da scatenare una vera e propria guerra civile tra diverse fazioni delle oligarchie occidentali. I sacerdoti dei vincoli esterni e del pilota automatico si strappano le vesti. Giornalisti, intellettuali, editorialisti, che per tre anni hanno sostenuto la più dannosa propaganda, cercano ora di riconquistarsi goffamente uno spazio nel dibattito pubblico.

Negli ultimi 40 anni, l’1% più ricco del pianeta ha portato a termine la più grande rapina della storia dell’umanità senza doversi preoccupare di chissà quale reazione popolare. Le classi popolari erano troppo occupate a farsi la guerra tra loro a suon di armi di distrazione di massa create ad hoc dalla propaganda a libro paga delle stesse oligarchie.

Per questo motivo abbiamo deciso di spingere e di contribuire ad organizzare lo straordinario movimento, maggioritario nel Paese, che chiede di mettere fine al riarmo, di archiviare l’economia di guerra e di usare i soldi pubblici per rafforzare il welfare state e affermare un principio di giustizia sociale. E per poterlo fare ottenendo risultati concreti noi diciamo senza tentennamenti che vi è una premessa necessaria: devono andare #tuttiacasa.”