L’ultimo approfondimento della Redazione Culturale realizzato in occasione della settimana speciale di Radio Città Fujiko “Dalla Liberazione al Lavoro” si concentra sulle problematiche dei lavoratori nel settore dello spettacolo. A tal proposito abbiamo intervistato Yvonne Capece, parte della compagnia (S)blocco5, che insieme ad altre realtà teatrali ha dato vita ad Act#Bo | ALTERNATIVA Coordinamento Teatrale.
Come nasce Act#Bo, il coordinamento dei lavoratori del settore cultura
La crisi pandemica ha fortemente danneggiato, tra gli altri, il settore artistico e culturale, mettendo in evidenza quelle che sono le mancanze all’interno di questo settore lavorativo: è un ambito poco riconosciuto e molto nebuloso a livello ministeriale ed istituzionale, in cui spesso il confine tra amatorialità e professionismo è molto labile. Da ciò nasce Act#Bo | ALTERNATIVA Coordinamento Teatrale per creare un punto d’incontro delle realtà teatrali emergenti della città di Bologna, ma più in generale della regione, riunite per discutere e riflettere sullo stato della situazione del lavoro nel settore dello spettacolo.
L’iniziativa prende il via da una serie di assemblee pubbliche aperte a tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici del settore nell’ambito del Festival 20 30, nel maggio 2021. Queste sono state lanciate dalla compagnia Kepler-452 che rappresenta il nucleo originario insieme a (S)Blocco5, TSD-Teatro dei Servi Disobbedienti, #NarrandoBo. Sono loro che si occupano di organizzare gli incontri, aperti alle realtà teatrali del territorio, e del dialogo con le istituzioni comunali, regionali e gli enti culturali. Spiega Yvonne Capece di (S)blocco5: «Il discorso è andato oltre il Festival per farsi portavoce di alcune istanze di rinnovamento e cambiamento, ma anche monitorare la situazione lavorativa dei teatri».
Dal confronto tra gli operatori teatrali sono emersi tre punti critici riguardo le problematiche lavorative nel settore dello spettacolo. Per prima cosa, il tema dell’accessibilità agli spazi, ciò riguarda: sia la fase preliminare rispetto allo spettacolo teatrale in sè, cioè luoghi in cui poter sperimentare e fare ricerca; sia spazi in cui poter presentare le opere artistiche. «La proposta è quella di costruire una stagione teatrale diffusa per aumentare le occasioni di visibilità» dice Capece, continuando poi parlando della necessità di «distribuzione in un circuito intermedio che faccia da tramite tra nuova ricerca teatrale e le realtà istituzionali consolidate».
Il secondo punto riguarda il come accedere ai finanziamenti pubblici, a riguardo Act#Bo sta svolgendo un lavoro di analisi e dialogo con istituzioni comunali e regionali sulla conformazione dei bandi. Infine, si sta portando avanti un discorso più ampio che riguarda la democratizzazione della cultura in generale volto a rendere visibile e tutelare quest’area di lavoratori tramite tutele istituzionali. Riguardo a ciò Yvonne Capece spiega: «Il lavoro da fare è molto lungo, si sono proposti serie di tavoli di lavoro teorici in cui si raccolgono le riflessioni della comunità teatrale per riportarle alle istituzioni e cercare insieme di colmare le lacune del sistema».
ASCOLTA L’INTERVISTA AD YVONNE CAPECE: