Li aveva promessi, già applicati nel suo primo mandato e ora li ha annunciati. Donald Trump continua a mostrarsi ostile nei confronti dell’Europa e impone dazi del 25% sull’import di merci europee negli Stati Uniti.
Una decisione a cui l’Ue promette di rispondere in modo immediato, ma che rischia di rappresentare un duro colpo ad economie che già soffrono, sia l’inflazione sia il rallentamento di interi settori produttivi, a partire dall’automotive. Non è il primo provvedimento protezionistico deciso da Trump nei confronti di altri Paesi del mondo.
Già da settimane, di fronte alla possibilità che i dazi di Trump potessero diventare realtà, in Emilia-Romagna si fanno stime e si lanciano allarmi che riguardano il possibile impatto sull’economia lungo la via Emilia, di cui l’export rappresenta una fetta importante.
La settimana scorsa Paolo Trende, consigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra, aveva presentato un’interrogazione alla giunta proprio sul tema. Per il vicepresidente e assessore alle Attività Produttive, Vincenzo Colla, già allora i dazi avrebbero potuto rappresentare un «grave pericolo» per l’Emilia-Romagna, perché «l’impatto sull’export causerebbe un’inflazione generalizzata che metterebbe in difficoltà le famiglie».
L’impatto dei dazi di Trump sull’economia dell’Emilia-Romagna
Nello specifico, uno studio di Prometeia prevede per l’Emilia-Romagna un impatto da un miliardo a 1,3 miliardi nei diversi scenari penalizzati. Ma già cominciano a risentirne la moda e il cibo, ma in prospettiva anche il manufatturiero.
Già cominciano a risentirne la moda e il cibo, ma in prospettiva anche il manufatturiero.
«Un livello di esposizione ai dazi relativamente elevato coinvolge anche l’Emilia-Romagna – si legge nello studio – le cui esportazioni verso gli Stati Uniti sono trainate dalla meccanica e dall’automotive, ma coinvolgono anche altri settori, tra cui piastrelle, chimico-farmaceutico e agroalimentare».
Il peso dei dazi Usa potrebbe variare molto a seconda dei settori, ma in ogni caso l’Emilia-Romagna potrebbe essere tra le Regioni più penalizzate proprio per la sua capacità di esportazione.
«Io credo che siamo dinanzi a un bivio – afferma Trande ai nostri microfoni – Questo Paese deve decidere se vuole stare con Trump, quindi con questo tipo di politiche protezioniste, sovraniste, nazionaliste, o se invece fare la scelta di stare con l’Europa, che io credo essere la unica vera via di salvezza che abbiamo, perché in questa vicenda non ci si salva da soli».
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