È stato il gol di Dan Ndoye al 53° minuto ad aver regalato a Bologna un sogno. La squadra rossoblù, guidata da Vincenzo Italiano, ha battuto il Milan in finale e si è aggiudicata la Coppa Italia a distanza di 51 anni dall’ultimo trofeo vinto. Era infatti il 1974 quando il Bologna vinse la sua seconda Coppa Italia, quella volta contro il Palermo, mentre la precedente era arrivata quattro anni prima, nel 1970.
Per prepararsi alla finale, la tifoseria rossoblù ha mutuato i versi de “La sera dei miracoli”, brano di Lucio Dalla. Un brano che cita Roma, città dove si è disputata la finale, e che parla di “centomila in uno stadio”. Ma è il verso “si muove la città” ad essere diventato iconico, al punto da finire su sciarpe e bandiere.

La Coppa Italia al Bologna dopo 51 anni: la ricetta della vittoria

La città si è mossa davvero perché allo stadio Olimpico sono stati circa 30mila i tifosi bolognesi, con una curva che ha esibito una coreografia gigantesca che raffigurava i vincitori della stagione 1973/1974 guidati da Bruno Pesaola. Alla base della curva uno striscione chiaro: “Ora come allora… così si gioca solo in Paradiso”.
È il nostro redattore sportivo Piero Di Domenico a commentare la vittoria del Bologna, mettendo in fila diversi elementi di una squadra che sta regalando gioie alla città. A partire dalle premesse: l’addio di Thiago Motta e di alcuni giocatori importanti dopo il raggiungimento della Champions League, che il ct Vincenzo Italiano e la squadra che guida ha fatto dimenticare col coronamento della coppa di ieri sera.

Sul versante del gioco, sottolinea Di Domenico, ha vinto la strategia di una squadra organizzata contro una squadra anarchica di talenti, il Milan, che però non è riuscita ad imporre il proprio gioco. A parte i minuti iniziali, infatti, è il Bologna ad aver condotto la partita per tutto il tempo, impedendo anche una reazione milanista dopo il gol di Ndoye.
Ma il confronto tra Bologna e Milan si può misurare anche sul versante delle proprietà, entrambe internazionali, ma con “politiche” e atteggiamenti assai diversi.
Infine il ruolo della tifoseria, che ha sostenuto la squadra senza eccessi aggressivi o fanatici e che porta la conquista della Coppa Italia ad essere un successo comunitario.

ASCOLTA L’ANALISI DI PIERO DI DOMENICO: