Un aumento del 195,5% delle richieste di sfratto, un aumento del 191,5% delle esecuzioni con la forza pubblica. Sono questi i dati sugli sfratti in Emilia-Romagna che Unione Inquilini è riuscita ad ottenere attraverso una richiesta scritta al Ministero degli Interni.
Un quadro molto grave, che porta il sindacato a constatare un «disastro sociale» e a chiedere che vengano messe in campo soluzioni a tutti i livelli istituzionali.

Sfratti raddoppiati in un anno, la casa diventa sempre più un problema

Nella nostra Regione gli sfratti per finita locazione sono 56 nei capoluogo e 141 nella provincia mentre quelli per morosità, che solo qualche anno fa erano in minoranza, sono 398 nel capoluogo e 1783 in provincia. Il vero boom è sulle richieste di esecuzione sfratti che sono 12.033 con un aumento del 195,51% mentre le esecuzioni con la forza pubblica sono state 2698 con un incremento del 191,51% rispetto l’anno prima. Sono i dati forniti dal Ministero degli Interni su richiesta di Unione Inquilini, che li commenta: «Sono dati che mostrano il disastro sociale che ampiamente come sindacato avevamo preventivato». Per Unione Inquilini servono soluzioni immediate a tutti i livelli, nazionale, regionale e metropolitano, perché questi sono i dati del 2022 e quelli che saranno dati sul 2023 saranno sicuramente peggiorativi.

A Bologna i numeri sono in linea con quelli regionali. Gli sfratti per morosità sono in aumento del 13,26%, che significa che sempre più persone fanno fatica a pagare l’affitto a causa dell’erosione del potere d’acquisto dovuta all’inflazione. Sotto le Due Torri le richieste di esecuzione sono 4.404 con un incremento del 332%, mentre quelli eseguiti sono 610, con un balzo del 200,49%.
«Pensiamo che per senso di responsabilità le istituzioni non devono mettere la polvere sotto il tappeto – scrive Unione Inquilini – E se vediamo un inversione di tendenza per le politiche abitative che l’assessorato alla Casa sta portando avanti, altrettanto non vediamo proporre soluzioni da parte della Regione e soprattutto da Prefettura e Questura, sempre celere a sgomberare senza dare alternative abitative come invece propone il trattato che l’Italia ha firmato nel “Patto Internazionale sui Diritti economici, sociali e culturali” con l’Alto Commissariato Onu».

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