Che fine ha fatto il disegno di legge sull’internalizzazione degli educatori scolastici? In molti se lo chiedono: il silenzio di alcuni degli attori principali delle prime fasi di quel percorso di legge, non promette nulla di buono e di conseguenza tra i lavoratori le aspettative, altissime fino a qualche tempo fa, gradualmente stanno cedendo il passo allo scetticismo.
Quel che sappiamo con certezza è che si sono finalmente concluse le numerose audizioni in commissione e che in discussione parlamentare arriveranno due disegni di legge accorpati, capofila il DDL 236 (prima firmataria la senatrice Bucalo). In entrambi, le due grandi questioni che noi abbiamo sollevato fin dalla prima ora, sono ancora lì sul tavolo, irrisolte: dove trovare l’adeguata copertura economica per statalizzare settantamila operatori? Come riconoscere contrattualmente le differenze dei profili interessati, vista la loro difformità da regione e regione?
Il timore è che la montagna partorisca un topolino, e forse neppure quello. Troppe le ambiguità in campo: basti pensare che le due proposte accorpate, pur provenendo entrambe dalla maggioranza, di fatto paiono antitetiche: uno pro statalizzazione (quella di FdI), l’altra (quella della Lega) contro. E anche tra le file delle opposizioni non c’è assolutamente uniformità di visione e quindi di direzione da prendere.
Noi abbiamo provato a indagare lo stato delle cose per capire se ci siano, quante e quali, le possibilità di approdo a un qualche risultato per questo pachidermico iter parlamentare. Lo abbiamo fatto intervistando l’onorevole Francesca Ghirra, AVS, firmataria a sua volta di una proposta di legge, cui abbiamo chiesto lumi sui prossimi passaggi istituzionali e la dott.ssa Paola Di Michele, psicologa clinica e formatrice, che ci ha aiutato a chiarire la “giungla” legislativa sull’argomento.