Da giovedì 8 settembre a domenica 11 nuova edizione del SANA 2011. Vi faremo sentire i racconti di alcune aziende che lavorano sul biologico in Italia.

Come già raccontato da Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB organismo di controllo e certificazione sul biologico (vedi articolo linkato di fianco), il SANA è l’occasione per conoscere aziende che rispettano standard biologici. Qui sonno una rassegna scritta e audio.

VALLE DEL MARRO, Domenico Fazzarri “Noi siamo una cooperativa di Libera Terra, nata per lavorare sui terreni agricoli confiscati alla ‘ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro. Attualmente abbiamo 130 ettari di terreno con olio extravergine di oliva, melanzane e peperoncini piccanti sottolio, e agrumi. Siamo giovani calabresi che hanno fatto la scelta di restare per cambiare la nostra terra. Vi racconto la storia del caffè: eravamo sui terreni confiscati, si avvicino un signore per chiederci chi fossimo e capire di che pasta fossimo, nei giorni seguenti si presentava agli operai per invitarci a prendere un caffè. Non l’abbiamo mai bevuto, perché non vogliamo nessun compromesso, così loro hanno sabotato i nostri macchinari mettendo zucchero nei motori dei trattori. Da allora bevo caffè sempre amaro, senza zucchero”.

ABOCA, Alessia Scarpocchi “Noi ci occupiamo di prodotti per la salute e in particolare quelli cosmetici sono biologici. Il naturale al 100% è impossibile, allora rispettiamo le certificazioni biologiche. Crediamo sia importante per inquinare meno possibile e per il consumatore più innocui possibile evitando qualsiasi tipo di eventuale tossicità sulla pelle. Fino a qualche anno fa i consumatori si fidavano, senza controllare, di qualsiasi etichetta con su scritto bio eco. Bisognerebbe invece informarsi perché nel cosmetico le certificazioni sono state introdotte da poco. Ora va meglio, ma c’è sempre la tendenza a fidarsi del fiorellino della scatola”.

HERBSARDINIA, Luigi De Fraia “Da sardo non sentivo i profumi della mia isola, invece mirto, lentischio, ginepro, elicriso, sale sono odori caratteristici. Ho pensato di utilizzarli per farne prodotti cosmetici. Il processo tecnico è semplice, il difficile è rispettare criteri di qualità: un modo è rimanere sul territorio, per me quello della Sardegna, è un concetto di agrocosmesi., catturare l’essenza della campagna e trasformarla in cosmesi”.

CCPB Ristorante, Giuliana e Cristina “Il ristorante è nato dalla collaborazione tra il Consorzio per il controllo biologico e le aziende che ne fanno parte, in particolare Biotalia. Noi li cuciniamo per capire ai visitatori del SANA o di altre fiere, agli operatori, quanto siano buoni oltre che biologici e sani. Cuciniamo in modo semplice, seguendo tradizione mediterranea. Il menù cambia a seconda di quello che ci offrono le aziende: qui abbiamo preparato ragù vegetale, poi spaghetto al pomodoro fresco, pasta con verdure, pesto di ricotta, riso all’aceto balsamico, crostate di frutta e tiramisù”.

BIOITALIA Mario Di Costanzo “BioItalia Alimentare è un consorzio di aziende produttrici del Sud Italia, sopratutto provincia di Salerno. I nostri prodotti sono quelli della dieta mediterranea: pasta, olio, legumi e vini. Lavoriamo soprattutto con l’esportazione all’estero. Abbiamo sempre cercato di mettere la qualità del prodotto al primo posto, facendo ricerca. Una delle difficoltà maggiori per il mercato estero è che la qualità è riconosciuta, ma è difficile far passare il concetto che il biologico ha per questo spese e quindi un costo finale maggiore”.

PASTIFICIO FELICETTI, Christian Deflorian “L’azienda nasce nel 1908 in Val di Fiemme, dagli anni ’80 si è cominciata la ricerca sul biologico, scegliendo grani duri. Abbiamo la fortuna di avere un’aria pulita e un’acqua purissima da una fonte a 2000 metri, questo esalta i sapori dei nostri grani. Il nostro prodotto di punta è la linea monograno che cerca di rispettare le caratteristiche di tenuta cottura, gusto e colore, collaborando con agricoltori che sanno cosa è qualità. La quantità non ci interessa. La ricerca quotidiana è tutto, facciamo analisi approfondite su tutta la semola che arriva in laboratorio. Ad esempio i nostri silos vengono puliti da una squadra addestrata da alpinisti che gli hanno insegnato a  calarsi con le corde anche lì dentro. Noi diciamo sempre che il nostro è uno scheletro con un midollo artigianale su una struttura industriale”.

CAMPI LIBERA, Luca “Mi sono iscritto al campo di Libera a Polistena (RC) nella Piana di Gioia Tauro. E’ andato oltre le mie aspettative: il clima nel campo era molto allegro e istruttivo. Si facevano lavori semplici come raccolta melanzane, e si organizzavano incontri anche importanti come con Don Ciotti o un imprenditore che ha denunciato la ‘ndrangheta. Un’esperienza di intensa partecipazione civile che consiglio non solo a giovani della mia età, ma a tutti. E’ importante per una riscossa di legalità al sud e al nord da dove vengo. Può avvenire anche da cose semplici, il cambiamento passa dalle nostre mani come da una melanzana che può essere un piccolo mattone per un edificio di legalità”.