Hanno raccolto le testimonianze di molestie e violenze di genere subite da alcune studentesse dell’Università di Bologna, che si sono trasformate in una denunucia e in una condanna per un docente dell’Alma Mater. E per dare struttura a questa attività, lo scorso 5 dicembre hanno occupato un’aula universitaria in via Ranzani, in modo da dare uno spazio alla Consultoria Mala Consilia. Ora, le attiviste transfemministe de La Mala Educacion e di Link Bologna possono vantare un ampio sostegno della comunità accademica bolognese, con oltre 100 tra docenti e dottorandi e dottorande dell’Ateneo che hanno sottoscritto il loro appello.

La Consultoria Mala Consilia riceve il sostegno di oltre 100 docenti e dottorandi

A parlare del sostegno ricevuto dalla comunità accademica è, ai nostri microfoni, Giada de La Mala Educacion. «Siamo molto contente di questo sostegno – spiega la studentessa – Abbiamo anche presentato una mozione in Consiglio studentesco, che è stata approvata, in cui abbiamo chiesto un riconoscimento concreto della nostra attività e abbiamo espresso la necessità di spazi».
L’attivista informa che continuano le interlocuzioni con l’Università, ma La Mala Educacion ritiene fondamentale continuare a raccogliere il consenso e l’appoggio della comunità accademica.

Le richieste che vengono inoltrate ai vertici dell’Unibo sono due. Da un lato si chiede «che l’Unibo riconosca concretamente il lavoro e il servizio tra pari della Mala Consilia come ulteriore strumento per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere in Università, affinchè siano i luoghi del sapere il motore propulsore del cambiamento della società e della promozione dei diritti di chi li attraversa», dall’altro «che la Mala Consilia, che ha appena riaperto nelle aule di via Ranzani 14, possa ufficialmente tornare ad avere un proprio spazio sicuro in Università».

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