Da oggi, 24 ottobre, fino al 12 gennaio, al Museo internazionale e biblioteca della musica, si potrà visitare la mostra dossier “All’ascolto del mondo”, dedicata al grande inventore del wireless e imprenditore Guglielmo Marconi. Il progetto espositivo, curato da Oderso Rubini e Franco Severi, si inserisce nelle iniziative organizzate per il 20° anniversario del Museo Internazionale e biblioteca della musica e per il 150° anniversario dalla nascita di Guglielmo Marconi.

Guglielmo Marconi nella mostra “All’ascolto del mondo” raccontato come imprenditore illuminato

L’uso delle onde elettromagnetiche per trasmettere segnali telegrafici senza l’ausilio di cavi, che Marconi sperimenta a soli 21 anni, ha trasformato non solo il sistema di comunicazione mondiale, ma anche il modo in cui la musica veniva trasmessa e ascoltata, donando la possibilità di ricevere concerti e trasmissioni musicali a distanza. Ma i suoi contatti con la musica sono andati oltre: con la Marconi Company si occuperà lui stesso di progettare, produrre e vendere apparecchiature di ricezione domestica, ed entrerà anche nel campo della produzione discografica.

«Abbiamo guardato molto all’aspetto dell’imprenditore con alcune delle cose anche minori che lui ha fatto molto positive per l’ambito della musica – spiega Rubini – Poi raccontiamo un’epoca in cui comincia la registrazione sonora, con i fonografi di Edison prima e poi con i grammofoni di Berliner e di tutti quelli che hanno cominciato a fare grammofoni fino alla Pathè Marconi, perché Marconi ha inventato la telegrafia senza fili ma soprattutto poi ha creato la prima radio pubblica al mondo, la Bbc; poi ha costruito la Uri, che poi è diventata Eiar, che poi è diventata la Rai; e ha fatto la Radio Città del Vaticano. La mostra quindi è un percorso che cerca di raccontare tutte queste anime di Marconi, lo conosciamo tutti per le sue invenzioni ma non per tutto il resto che ha fatto».

Rubini evidenzia poi come l’invenzione della radio sia stata determinante per la musica perché ha permesso di raggiungere molte più persone, e soprattutto ha costruito un’industria, l’industria musicale, ma anche come Marconi abbia «messo qualcosa nella televisione, la parte della televisione creata dalla Bbc, anche lì la prima televisione pubblica del mondo, in qualche modo l’ha costruita lui, ovviamente non da solo, quindi ha costruito i due sistemi di comunicazione che sono arrivati fino ad oggi».

L’idea della mostra è nata da Franco Severi, direttore di Musicalia Museo della Musica Meccanica e co-curatore mostra, che ha fornito alcune delle apparecchiature che sono esposte oltre ad alcuni dischi e supporti discografici d’epoca. Rubini ha approfondito l’aspetto legato all’etichetta discografica che porta il nome dell’inventore bolognese, la Marconi Velvet Tone. Nata tra il 1907 e il 1908, l’etichetta ha prodotto 400 titoli, in particolare sul primo supporto flessibile della storia. «Fino ad allora, e anche per molti anni dopo, i dischi erano molto rigidi, fatti di gommalacca – racconta Rubini – Marconi, insieme al suo gruppo di lavoro, inventò il disco flessibile. C’è una bellissima immagine che usarono per la promozione del disco dove c’è Marconi che fa vedere il disco curvo».

Il progetto fallì dopo due anni perché costava un po’ troppo, ma Marconi era instancabile ed è protagonista di un altro momento fondamentale con quello che chiamarono Vocalion, il sistema per cominciare a registrare elettricamente i dischi, con una qualità superiore rispetto alle registrazioni precedenti. La nuova modalità di registrazione, sottolinea Rubini, «salvò in quel momento l’industria discografica che era entrata in crisi grazie alla radio» per via dell’inferiore qualità del grammofono rispetto alle tecnologie utilizzate nella nascente industria radiofonica.

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