Asciugandosi la fronte madida di sudore, i padroni hanno trovato il tempo di affollare le pagine dei giornali per dirci che dovremmo “metterci in gioco”, che tradotto significa farci sfruttare con paghe da fame e senza diritti. Se non lo facciamo siamo dei choosy e dei fannulloni.
Ma insomma! Come si può preferire restare sul divano prendendo un sussidio rispetto a provare l’ebbrezza di fare turni estenuanti, spesso rischiando letteralmente la vita per un salario che non ci permette nemmeno di pagare l’affitto. È davvero incomprensibile.
A questa retorica imperante, alimentata dai giornali degli stessi padroni, si può rispondere in diversi modi. Noi oggi abbiamo scelto la musica. Ecco quindi 10 canzoni da fare ascoltare ai padroni.

Canzoni contro lo sfruttamento, musica contro i padroni

Innanzitutto agli sfruttatori deve essere chiaro che, senza di noi, non potrebbero stare nelle loro ville a mangiare caviale sorseggiando champagne. La loro ricchezza è frutto del nostro sudore e, se tirano troppo la corda, potremmo semplicemente rifiutarci di lavorare.
Una prima canzone su questo argomento è quella dei Tre Allegri Ragazzi Morti: “La tatuata bella”.

ASCOLTA “LA TATUATA BELLA”:

Il problema, però, c’è sempre stato. La pretesa dei padroni di arricchirsi attraverso lo sfruttamento è una cosa vecchia come il mondo ed è per questo che anche nella tradizione popolare ci sono canzoni sul rifiuto del lavoro. Una di queste arriva dalla Toscana e si intitola “La leggera”. Qui ve la proponiamo nell’interpretazione di Ginevra Di Marco.

ASCOLTA “LA LEGGERA”:

Durante il cosiddetto “autunno caldo”, nel 1969, Fabrizio De André fece uscire l’album “Nuvole barocche”. All’interno del disco era presente una vera e propria apologia dell’ozio contro lo sfruttamento, il cui titolo è una parola che purtroppo continuiamo a sentire anche oggi: “Il fannullone”.

ASCOLTA “IL FANNULLONE”:

La prospettiva di faticare una vita e non godersi gli anni migliori non alletta nessuno. Chi non ha avuto la fortuna di nascere ricco continuerà a sognare “Una vita in vacanza”. Questo è il titolo della canzone con cui Lo Stato Sociale si presentò al festival di Sanremo nel 2018 e, successivamente, l’abbiamo sentita canticchiare anche dagli operai.

ASCOLTA “UNA VITA IN VACANZA”:

A questo punto, però, vorremmo spezzare una lancia a favore dei padroni. Non è colpa loro se dicono quelle cose: semplicemente in moltissimi casi non hanno mai provato a lavorare e non sanno cosa significa. Per questo motivo proponiamo loro di ascoltare una vecchia canzone popolare, cantata e ricantata dalle mondine: “Le otto ore”.

ASCOLTA “LE OTTO ORE”:

Anche se viene taciuto dalla stampa, studi clinici dimostrano che lavorare fa male. Ne sanno qualcosa le persone che perdono dita, mani o direttamente la vita mentre svolgono le proprie mansioni. Lavorare è, per certi aspetti, un gesto eroico, come ci ricorda Caparezza in “L’eroe (Storia di Luigi delle Bicocche)”.

ASCOLTA “L’EROE (STORIA DI LUIGI DELLE BICOCCHE)”:

L’eroismo della classe operaia era già stato cantato nel 1970 da un signore che risponde al nome di John Lennon, in una canzone (“Working class hero”) che poi è stata reintepretata da un altro signore, chiamato David Bowie.

ASCOLTA “WORKING CLASS HERO”:

Però c’è anche chi non ci tiene ad essere un eroe e preferisce rimanere vivo. E allora ci sono diversi rimedi. Uno di questi è “Lavorare con lentezza” che, oltre ad essere diventato un film, è una canzone-suggerimento di Enzo Del Re che risale al 1974.

ASCOLTA “LAVORARE CON LENTEZZA”:

Infine, nella vasta produzione musicale sul lavoro, c’è anche chi ha proposto soluzioni decisamente più drastiche. Ad esempio Paolo Pietrangeli in “Mio caro padrone domani ti sparo” suggeriva che per persuadere i padroni a rispettare chi lavora c’è anche l’opzione della violenza.

ASCOLTA “MIO CARO PADRONE DOMANI TI SPARO”:

Sono tante, fino a questo momento, le canzoni che abbiamo sentito sul tema e ne esistono tante altre che abbiamo dovuto escludere dalla selezione per non scrivere un romanzo. Quella, però, che ha un testo che sembra fatto apposta per le polemiche attuali è una canzone del 1977 delle Orme. Si intitola “Se io lavoro” e non resta che ascoltarla.

ASCOLTA “SE IO LAVORO”: