Un concerto che inizia con la hit simbolo della band “You got It” non può che essere bello. Infatti quello di ieri al TPO è stato un bel live e soprattutto potente. I quattro di Seattle, precursori del grunge, hanno sapientemente infiammato il pubblico nonostante non fosse in programma nessun nuovo album. A dire il vero qualcosa bolle in pentola e un paio di canzoni sembrano annunciare una nuova uscita nell’Aprile del 23.Fortunatamente il concerto di ieri non è stata la fotocopia di quello del Locomotiv di quattro anni fa. È vero che i Mudhoney sono fermi a Digital Garbage (ultima loro uscita del 2018) è vero che certe hit devono essere suonate, pena distruzione del locale, ma la band è capace di trasformarsi seppur con lo stesso materiale. Così quello di ieri è stato un concerto molto più grezzo dove la voce tagliente di Marc Arm ha padroneggiato e le movenze del frontman, un po’ alla Ozzy, hanno catturato l’attenzione del pubblico. Non da meno è la performance dei soci: Steve Turner è da sempre un abile chitarrista, la base ritmica, cuore del sound targato Mudhoney composta da Dan Peters (drums) e Guy Maddison (bass) è come al solito impeccabile. In scaletta, accanto alle vecchie glorie (You got It, Touch me I m sick, Here comes sickness) troviamo le tracce di Digital Garbage che sicuramente non sono da meno (Paranoid Core, Nerve Attack, 21st Century Pharisees). Come chiosa alla mia breve recensione, due impressioni: il pubblico bolognese è sempre il numero 1, il suono poteva essere curato un po’ di più.
Sabato 8 ottobre h 16.00 Afternoon Tunes dedicherà uno speciale alla band con un’intervista a Steve Turner (da repertorio anno 2018)