Pfm 1972-2022. Sono passati esattamente cinquant’anni dall’esordio discografico della Premiata Forneria Marconi, band diventata un’icona della musica rock progressive italiana. Un anniversario che la band ha voluto festeggiare in grande, con un tour nei principali teatri del Paese che celebra una produzione scolpita nella storia della discografia nello Stivale.
E all’interno del tour, funestato come tutta la musica live dalla pandemia, la Pfm farà tappa a Bologna il prossimo 11 ottobre, al Teatro EuropAuditorium, per recuperare la data del febbraio scorso.

Il rock progressive della Pfm a Bologna per celebrare cinquant’anni di attività

«Cinquant’anni? È come se non fosse successo niente – osservano ai nostri microfoni il batterista Franz Di Cioccio e il bassista Patrick Djivas – Abbiamo tante cose da raccontare, ma abbiamo anche tante cose da fare. Quindi è come era all’inizio, non abbiamo imparato niente».
I concerti del tour “Pfm 1972-2022” ripercorrono tutta la carriera della band, cominciata con “Storia di un minuto“, uscito cinquant’anni fa, per arrivare all’ultimo lavoro, “Ho sognato pecore elettriche“, pubblicato l’anno scorso.
In mezzo un sacco di altre pubblicazioni, in particolare 18 album in studio, 14 album dal vivo e 19 raccolte e 2 album tributo.

La carriera della Pfm, in realtà, comincia prima del 1972. Più precisamente due anni prima, nel 1970, quando usciva “La buona novella” di Fabrizio De Andrè, album concepito durante l’autunno caldo e in cui gli arrangiamenti della Pfm hanno dato un contributo fondamentale ai testi e alle musiche del cantautore genovese nel presentare una sorta di svolta innovativa alla musica dell’epoca. In quelle registrazioni, però, i componenti della Pfm parteciparono come session men, quindi l’album non rientra ufficialmente nella discografia della band.
Con De Andrè, però, il sodalizio non finì nel 1970. Indimenticabile, infatti, il tour del 1979, in cui la band accompagnò Faber in concerti che presentavano una veste nuova di alcuni celebri brani, come “Il pescatore”. E proprio nel tour per i cinquant’anni, che parte da Bologna, ci sarà spazio per un tributo a Fabrizio.

ASCOLTA “IMPRESSIONI DI SETTEMBRE”:


Per la produzione propria della Pfm, forse il successo più conosciuto è “Impressioni di settembre“, brano il cui solo di sinth rimane uno dei motivi più noti del progressive italiano. Ma i due musicisti, a domanda diretta, non hanno saputo dire quale brano o canzone amino di più della loro vasta produzione. «Vogliamo bene a tutti i nostri figli, non ce n’è uno più bello», sottolinea Djivas. Gli fa eco Di Cioccio, che sottolinea come la Pfm, nella sua lunga produzione, abbia inteso la musica come un mettere in pratica tutte le idee che passavano per la testa dei componenti, senza barriere di generi.

Importantissima, nella carriera della band, la dimensione dei live, che l’ha portata anche negli Stati Uniti e a suonare con altri mostri sacri della musica. Ed è proprio nella dimensione live che i musicisti possono sbizzarrirsi e divertirsi di più, ad esempio attraverso l’improvvisazione. Oltre ad alcuni estratti dell’ultimo album e vecchie composizioni, in particolare, nel tour ci sarà un particolare spazio per molti più brani strumentali. «Spesso è il pubblico che ci incita a farlo», sottolinea Di Cioccio.
Nonostante il tour debba ancora partire, però, la Pfm già pensa a cosa fare dopo e già alcune idee sono in ballo. È un po’ questa, in definitiva, la loro cifra stilistica: una band sempre in movimento, sia fisicamente che musicalmente.

ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANZ DI CIOCCIO E PATRICK DJIVAS: