29 settembre 1944, il comandante delle SS Walther Reder sferra l’attacco contro Monte Sole dopo aver ricevuto l’incarico di “ripulire” le zone toscane ed emiliane dai partigiani.
L’attacco viene prolungato e solo il 5 ottobre le SS si ritirano dopo aver distrutto interi villaggi e aver lasciato centinaia di morti, in gran parte donne, anziani e bambini. Le uccisioni e le distruzioni proseguono fino a novembre e non è possibile seppellire i corpi se non dopo la fine della guerra: a perdere la vita sono 780 persone. Quella consumata attorno a Monte Sole, nei territori di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, comunemente nota come “strage di Marzabotto” è la strage più efferata e più grande compiuta dalle SS naziste in Europa nel corso della guerra del 1939-45.

Per questo motivo tramandare la memoria diventa fatto di importanza non solo nazionale ma europea.
La commemorazione del 75° anniversario della strage, che culminerà domenica 6 ottobre, ha come oratore ufficiale David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo. Come spiega Valentina Cuppi, sindaco di Marzabotto, l’intervento di Sassoli significa fare di Marzabotto “luogo di memoria d’Europa” e di questa memoria il “fondamento dell’essere parte di una comunità europea unita”.
A Sassoli verrà inoltre proposto, dice ancora Cuppi, “di far diventare Monte Sole un luogo di memoria d’Europa nel quale sentire il motivo dell’origine dell’unione Europea”. Proposta nel cui esito si ha piena fiducia dal momento che Sassoli, come ha evidenziato Valter Cardi, presidente del Comitato Onoranze caduti di Marzabotto non ha esitato a dare la propria adesione a Marzabotto due ore dopo il suo insediamento dimostrando una grande sensibilità a riguardo.

Altro tassello nel quadro dei rapporti internazionali è inserito dalla partecipazione di Gemma Domenech direttrice generale di Memoria Democratica di Barcellona (l’incontro il 5 ottobre). Si punta inoltre ad intessere relazioni con altre città martiri: in questa direzione vanno l’accoglienza del parroco della città di Boves e la presenza a Lampedusa di alcuni ragazzi di Marzabotto tra cui due consiglieri comunali.

L’iniziativa che guarda all’Europa parte dal coinvolgimento dei più piccoli puntando attraverso vari progetti che coinvolgono le scuole ad “insegnare il rispetto per gli altri a partire dalle loro vite quotidiane, a partire da una classe, a rispettarsi nelle differenze e costruire piccole società pacifiche e rispettose”, sottolinea Cuppi. In questo modo, inoltre, i bambini “iniziano ad affezionarsi e poi tornano a scoprire Monte Sole in una forma più consapevole”.
Secondo Cardi si tratta di “trasmettere alle generazioni qualcosa che entri nella coscienza dei giovani” e fare in modo che, dopo aver visitato Monte Sole “nella vita di quei ragazzi rimanga un ricordo quando vanno via”.

Non solo i più piccoli però. Un rapido sguardo al programma basta per notare quanto questo preveda eventi differenti e rivolti ad un pubblico vasto ed eterogeneo. Dalla proiezione del documentario di Lorenzo K Stanzani “Silenzio sul Monte Sole” (7 ottobre) al “Progetto Meta/Nidi di ragno” di e con ArchivioZeta (6 ottobre), fino alla presentazione del libro “L’Appennino ferito” (4 ottobre).

L’obiettivo è, secondo le parole del sindaco, “arrivare alle persone con sensibilità più differenti”. È per questo che attorno a Monte Sole si registra la collaborazione di organi molto distanti tra loro eppure partecipi, dalla Curia arcivescovile di Bologna all’Associazione Islamica, oltre che della Scuola di Pace.
Per Cuppi, queste iniziative rappresentano in definitiva “il senso stesso dell’essere a Marzabotto, che non è un Comune qualsiasi ma è diventato un simbolo della ferocia nazifascista in tutta Europa e che però è diventato anche un simbolo di pace”, grazie al lavoro di tutti quanti.

Alessia Mondelli

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