Pieve di Cento (BO), ore 17:00
MIETTA E MAREA JAZZ SONGS
Mietta, voce; Andrea Dessì, chitarra; Massimo Tagliata, pianoforte e fisarmonica; Andrea Taravelli, basso; Gianluca Nanni, batteria



Sempre più frequentemente diversi mondi della musica si incontrano e si riconoscono nella voglia di superare antichi steccati e di scambiarsi intyizioni creative.

Chi c’è nel Piatto?

Il festival si sposta a Pieve di Centro e propone una voce assai nota nel mondo del pop: Mietta. Qui la brava cantante meette a frutto la sua capacità di confrontarsi con differenti spartiti mettendo in scena una musica attraversata da diverse tradizioni, in particolare con influenze iberico-latine quali quelle del tango, del fado e del flamenco.
L’avvicinamento della cantante alla musica nera comincia già nel ’95 con “Daniela è felice”, con arrangiamenti trip hop ad atmosfere R&B e hip-hop, ma è nel   2013 che il tour “Dado Moroni incontra Mietta”, con il meeting artistico tra il pianista jazz e la cantante pop che si consolida una vocazione di musica altra, con un pop divenuto colto, una word music ritrovata ed un repertorio classicamente jazz.
Non stupisca questa contaminazione tra musica jazz e musica di consumo, perchè questa alchimia è presente fin dai lontani tempi di New Orleans.
 Al Teatro Comunale di Pieve di Cento Mietta sarà accompagnata dalla combo bolognese dei Marea con  Andrea Dessì alla chitarra, Massimo Tagliata al pianoforte e fisarmonica, Andrea Taravelli al basso e Gianluca Nanni alla batteria.

Ascoltato e Visti per Voi – Nasheet Waits

L'”Equality” del quartetto del batterista Nasheet Waits si presenta al Torrione di Ferrara con una musica fortemente studiaa nelle intriganti scansioni ritmiche (cosa tipica di una band capaitanata da un batterista)ed arricchita da musicisti dalla fisionomia assolutamente personali. Questo a partire dal saxofonista Darius Jones, personaggio forse unico nelle sue contraddizioni, dove l’intonazione dello strumento viene a volte sacrificata all’incredibile potenza sonora, capace di momenti del tutto torrenziali con sonorizzazioni estreme ed di altri assolutamente melodoci, quasi romantici, che ricordano certe ambientazioni ayleriane: in particolare sui tempi lenti (ascolta l’audio sottostante) i giochi delle lunghe note drammatiche scandite da Jones si mischiano con la liquida tastiera di Aruan Ortiz, quasi un remember dei dialogho Albert Ayler-Bobby Few. Ma la ritmica sottostante, lungi dall’essere una sonora informalità come ai teempi dei Sunny Murray, si basa sulle precise figurazioni di Waits, costruito su di un drumming praticamente sempre in improvvisazione ma mai fuori dalla forma e dal tempo. Completa la robusta rithm section l’ottimo contrabbasso di Mark Helias, uomo dalle mille esperienze di altissimo valore che anche questa sera conferma una cavata precisa, potente, nitida, di primo valore sia nel pizzicato che nell’uso dell’archetto.

La  musica scorre mostrando diverse situazioni, dal blues al bop (dove Darius Jones paga dazio nel fraseggio), dalle ballad al free. Meritato il bis giocato su di un intricato tema ricorrente all’interno del quale Nasheet Waiits produce un commento solistico di grande capacità.

Le recensioni dei concerti passati già al festival: Miguel Zenon, Marcos Valle,Gary Bartz Children of Light, Kennt Garrett, Ron Carter 

audio: a) Al giro di boa  del Bologna Jazz Festival Francesco Bettini, curatore artistico della manifestazione, , ricapitola il cartellone e l’intento della rassegna. b) Un frammento del concerto di Nasheet Waits al Torrione di Ferrara.