Legambiente ha presentato questa mattina “BuyCott Palm Oil“, la campagna finalizzata alla riduzione dell’olio di palma nelle industrie per la produzione di alimenti, cosmetici e biocarburanti. La conferenza, presieduta da Andrea Poggio di Legambiente, si è concentrata in particolare su un’indagine nel territorio su alcuni impianti coinvolti nella produzione “finto rinnovabile” in Emilia-Romagna.

Il greenwashing dell’olio di palma nei carburanti

Un dato rilevante emerso dai diversi anni di lavoro è che in Italia si brucia il 70% di olio di palma, importato nelle centrali termoelettriche e nel diesel per le automobili. L’olio di palma ad uso carburante è una delle cause primarie della distruzioni delle foreste e delle emissioni di CO₂ nell’ambiente. «Bruciare olio alimentare è il vero spreco» commenta Poggio, specie se si fa grazie a leggi governative e dietro le grandi multinazionali, che spesso non mettono al primo posto la chiarezza degli ingredienti all’interno dei prodotti.

Una delle riflessioni alla base del lavoro è proprio la consapevolezza dei cittadini che spesso non sanno della presenza di olio palma. Spiega Dario Dongo, avvocato e giornalista del Fatto Alimentare, che questo alimento «sanguinario ed ecocida» si trova negli alimenti, detersivi come nei cosmetici di tutti i giorni. «Bisogna rendere chiaro ai consumatori quando un prodotto contiene olio di palma – spiega Dongo – e promuovere prodotti alternativi» della natura vegetale che ben si prestano alla produzione industriale.

La campagna è stata chiamata “BuyCott“, un gioco di parole che non vuole indurre al boicottaggio, specifica Poggio, bensì a una «scelta positiva» nel comprare prodotti che non impieghino olio di palma. La battaglia, in realtà, ha già ottenuto importanti risultati. Si tratta del caso di greenwashing di EniDiesel+, un carburante “sporco” venduto come “green”, oltretutto a costi maggiorati.
Ma la battaglia non si ferma e punta a far votare una legge nel merito al Senato. Questo “inganno”, spiega Poggio, può proseguire fino a gennaio 2023, data in cui il Senato voterà le nuove normative, che posizioneranno l’Italia in linea con altri Paesi europei. La Francia, ad esempio, ha già attuato una legge nel 2020.

Come riportato da Lorenzo Mancini, direttore di Legambiente Emilia-Romagna, l’indagine svolta ha individuato alcune realtà nel territorio, in particolare in provincia di Ravenna, in cui si utilizza l’olio di palma per la produzione di biocarburanti sfociando nel “finto rinnovabile”, come Novaol, EniDiesel+, Unigrà.
Per approfondire il tema, inoltre, è possibile seguire la campagna di Legambiente “BuyCott Palm Oil” sul sito www.changeclimatechange.it

Emily Pomponi

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