La Germania è alle prese con la quarta ondata della pandemia che pare colpire molto più duro che in Italia. Nel Paese teutonico, infatti, si registra un’esplosione di contagi che ha raggiunto il record dell’indice settimanale dei casi positivi su 100 mila abitanti, salito a 201,1, oggi a 203. In alcuni distretti, però, l’indice è arrivato a toccare quota 1000. Ciò si traduce in decine di migliaia di casi positivi registrati ogni giorno.

Sassonia, Turingia e Baviera, inoltre, hanno lanciato l’allarme per il sovraccarico delle strutture sanitarie. «La saturazione delle terapie intensive ha raggiunto l’85% – racconta ai nostri microfoni il giornalista Alessandro Ricci – di cui il 15% per pazienti Covid».
In questa quarta ondata, per il momento l’incidenza dei casi positivi riguarda sopratutto i giovanissimi, fino ai 13 anni di età, seguiti dai giovani. I più anziani, al contrario, sembrano essere meno colpiti.

I contagi in Germania: pochi vaccinati e meno restrizioni

Le cause sul boom di contagi in Germania sono frutto di due principali fattori. Da un lato il basso numero di vaccinati, dall’altro misure restrittive meno stringenti rispetto all’Italia.
I tedeschi e le tedesche che hanno completato il primo ciclo vaccinale sono appena il 67% e coloro che hanno ricevuto almeno una dose sono appena due punti in più, il 69%. «I tedeschi sono tradizionalmente più scettici rispetto alle vaccinazioni – osserva Ricci – Già a dicembre 2020, quando arrivarono i primi vaccini, un sondaggio testimoniava che i tedeschi erano meno disponibili alla vaccinazione rispetto agli italiani. Ciò non riguarda solo il Covid: nel 2017 in un quartiere di Berlino scoppiò un’epidemia di morbillo perché i genitori non vaccinavano i figli».

L’altro elemento riguarda le misure restrittive. In Germania non è richiesto il Green Pass sul lavoro, le riaperture sono avvenute prima che in Italia e, all’interno dei locali, non vengono rispettati i distanziamenti e l’uso di mascherine.
«La politica sta pensando di togliere la possibilità di accedere a ristoranti, concerti ed eventi culturali alle persone non vaccinate – riporta il giornalista – rimuovendo la possibilità di accedere grazie al tampone. Al momento non si parla ancora di lockdown e, in quel poco che se ne parla, si pensa di riservarlo solamente ai non vaccinati».

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALESSANDRO RICCI: