Dal 2023, l’Argentina di Javier Milei ha attraversato un periodo tumultuoso: portata avanti da un presidente stravagante e tutto tranne che istituzionale, sulla falsa riga del suo collega Trump, che ha fatto dei tagli alla spesa pubblica il suo cavallo di battaglia. Ora, però, con le elezioni di metà mandato del 26 ottobre a un passo (valida per rinnovare parte dei deputati e dei senatori), l’amministrazione Milei si presenta con diversi casi di corruzione e un consenso politico in calo.
Le ragioni dietro queste evoluzioni politiche ce le spiega Giorgio Tinelli, docente dell’Università di Bologna nella sede di Buenos Aires, che ha approfondito anche il recente “currency swap” con gli Stati Uniti, che ha portato nelle casse argentine 20 miliardi di dollari in più.
Il panorama politico attuale dell’Argentina, dice Tinelli, «è diviso tra due opzioni: la prima è di tipo neoliberista, rappresentata da Libertad Avanza e da Javier Milei stesso, personaggio che ormai la stampa internazionale ha descritto come bizzarro, con seghe elettriche a a rappresentare la volontà di voltare pagina rispetto al ‘pachidermico stato assistenzialista’ e tagliare tutto il tagliabile, sulle orme delle impostazioni di Trump. La seconda è quella invece di Forza Patria, che è una opzione peronista – nella sua declinazione kirchnerista, quindi ‘progressista’ – ed è il principale partito d’opposizione, attualmente rinvigorito dal successo delle elezioni della provincia di Buenos Aires».
Gli alti e bassi dell’Argentina di Milei
A livello di risultati, le strategie di Milei, spiega il professore, «hanno avuto un impatto abbastanza contrastante: da un lato, si è registrata la riduzione dell’inflazione dal 211% al 118% per il 2024, cosa che ha stabilizzato l’economia, favorito la crescita del PIL intorno al 5-8% annuo e diminuendo la povertà e l’indigenza estrema di alcuni settori della popolazione».
«Questa forte contraddizione – continua – ha portato alla riduzione dei salari reali, favorendo chi ha accesso naturalmente alle valute forti. Per i redditi più bassi, questo ha significato un aumento dei costi dei servizi essenziali: il gas è cresciuto del 600%, i trasporti più del 700%, l’elettricità quasi al 400%. Per questo oggigiorno c’è una forte malcontento nei confronti di Milei, che ha portato all’abbassamento del consenso».
Riguardo le elezioni del 26 ottobre, Tinelli osserva che «Millei sta conducendo una campagna elettorale abbastanza bizzarra, aprendola con il suo nuovo libro chiamato La Costruzione del Miracolo, il cui titolo originale doveva essere Il Miracolo. Ciò significa che l’avvento di questo miracolo non viene più dato così per scontato, e che la sfiducia popolare e i casi di corruzione indicano un gradimento per il governo in diminuzione».
La strategia dietro il currency swap tra Argentina e Stati Uniti
Il currency swap che ha portato 20 miliardi di dollari nelle casse argentine, spiega Tinelli è «una sorta di prestito-non prestito: un intervento delle banche nazionali per uno scambio di valuta tra pesos e dollari a un tasso di cambio e d’interesse concordato, che di fatto mette a disposizione fondi utili a venire fuori dalla situazione di stallo che attanaglia l’Argentina di Milei. Si tratta di un’emergenza che si sta risolvendo proprio con questa disponibilità da parte dell’amministrazione Trump, il quale ha tutti gli interessi strategici di trattenere l’Argentina nella propria galassia, soprattutto con la Cina come attore terzo».
Il docente, infatti, spiega che «la Cina sta approfittando di questa situazione di stallo per entrare nell’economia dell’Argentina e di altri paesi. Questo fa paura all’amministrazione Trump, tant’è che ha spinto il segretario tesoro statunitense Scott Bassent ad annunciare che l’Argentina è un alleato di importanza sistemica degli Stati Uniti in America».
Non è nemmeno la prima volta che Milei gode di aiuti esteri per far tornare i propri conti e, forte del sostegno statunitense, ha cambiato molto la sua comunicazione politica recente: «Se un tempo Milei diceva “no hay plata” – dice Tinelli – oggi dice “i dollari ci usciranno dalle orecchie” perché è arrivato il sostegno di Trump». Tuttavia, la società civile ha reagito diversamente ai suoi slogan, perché «la mancanza di sostegno legislativo il fallimento elettorale di Libertad Avanza nelle elezioni provinciali recenti, insieme agli scandali di corruzione, hanno influito fortemente sulla credibilità del governo agli occhi degli investitori».
ASCOLTA L’INTERVISTA A GIORGIO TINELLI: