La seconda settimana del Bologna Jazz Festival inizia martedì 14 ottobre al Binario 69, dove si esibiranno i G.E.A. con Fabrizio Puglisi in “Plays the music of Mulatu Astatke” alle 21:30.
G.E.A. in concerto per il Bologna Jazz Festival
Il gruppo propone un omaggio alla radice musicale e culturale africana, che più di ogni altra ha ispirato il vasto universo del jazz, che in questo caso passa attraverso la reinterpretazione delle composizioni del vibrafonista etiope Mulatu Astatke, dal quale la band trae la propria ispirazione creativa.Lo strumento interpretativo principale delle composizioni è naturalmente quello dell’improvvisazione, attraverso il quale, nella circolarità geometrica dei parametri musicali, si manifestano gradualmente i significati archetipici degli elementi simbolici di Terra (Gea) e Luna (Artemide). G.E.A. darà vita a un concerto capace di restituire con decisione quel senso di sottile spaesamento che l’ethio-jazz non di rado induce nell’ascoltatore occidentale, declinandolo in chiave più vicina al nostro tempo e comprensione.
Il trio è composto dal sassofonista Cosimo Fiaschi, il contrabbassista Stefano Zambon e il batterista Pierluigi Foschi, tre giovani musicisti formatisi artisticamente presso l’accademia di Siena Jazz. Il gruppo ha pubblicato il suo primo lavoro discografico nel 2024 (G.E.A. Plays the Music of Mulatu Astatke) per l’etichetta Fontessa Records.
Per l’occasione al trio si unirà Fabrizio Puglisi, uno dei massimi specialisti in Italia di questo genere musicale. Puglisi è un pianista dalla formazione in parte bolognese e in parte internazionale. È stata l’Olanda, coi suoi grandi alfieri di un jazz ben poco ortodosso, a segnare particolarmente lo stile di Puglisi, che ha assorbito l’indole jazzistica particolarmente libera di Amsterdam, città nella quale ha a lungo risieduto. Suoi compagni di palcoscenico sono stati Tristan Honsinger, Han Bennink, Ernst Glerum, Sean Bergin, Ernst Reijseger. Ma non meno significative sono le sue collaborazioni ‘intercontinentali’: Lester Bowie, Don Moye, David Murray, Hamid Drake, John Zorn, Steve Lacy, Don Byron, Butch Morris, William Parker, Kenny Wheeler, George Russell, Dave Liebman, Enrico Rava. Insomma, quanto di meglio nel campo del jazz dal profilo più modernista.