L’Emilia-Romagna «non parla, non vede e non sente» quando si discute di acqua, rifiuti, energia, occupazione di suolo e autonomia differenziata. Questa è la denuncia che parte da Amas-ER, l’Assemblea dei Movimenti Ambientalisti e Sociali dell’Emilia-Romagna, che raggruppa diverse associazioni e comitati: nel 2022 sono state depositate quattro proposte di legge di iniziativa popolare a tema ambientale più successivamente una contro l’autonomia differenziata, ma ad oggi i testi rimangono fermi negli uffici delle Commissioni di Viale Aldo Moro, sebbene abbiano largamente superato le cinquemila firme. Ed è lì che, stamattina alle 10, Legambiente e Amas-ER si sono trovati per chiedere conto dell’inazione dell’organo legislativo regionale.
Le proposte di legge di iniziativa popolare bloccate in Assemblea legislativa: un problema di democrazia
Sono quattro le proposte di legge di iniziativa popolare presentate da Legambiente e Reca (Rete Emergenza Climatica e Ambientale) nel 2022. Una riguardava il tema dell’acqua e chiedeva una gestione pubblica e sostenibile del servizio idrico; una i rifiuti, per ridurne la produzione e rendere più efficiente il riciclo; un’altra proposta riguardava l’energia, per favorire le fonti rinnovabili e l’autonomia energetica regionale; infine la quarta riguardava lo stop al consumo di suolo, che recentemente ha visto il primato negativo dell’Emilia-Romagna a livello nazionale. A queste se ne è aggiunta successivamente una contro ogni forma di autonomia differenziata.
Sebbene il riscontro positivo della cittadinanza, però, le leggi rimangono arenate tutt’oggi, e con la protesta di oggi l’obiettivo è «far partire finalmente una discussione, in stallo da quasi quattro anni, a cui deve seguire la loro approvazione, perché c’è bisogno di una svolta nelle politiche ambientali e sociali della regione», afferma Corrado Oddi, della Rete per l’Emergenza Climatica Ambientale. «La tragica situazione rispetto al consumo di suolo – continua – testimonia l’urgenza di questi temi:, tant’è che nel 2024 l’Emilia Romagna è la regione che ha consumato più suolo, secondo i dati Ispra».
Questo non è il primo presidio delle sigle sulla questione: «Il 27 maggio ci siamo presentati qua per incontrare i capigruppo della maggioranza, con cui abbiamo mandato avanti una serie di incontri. Nell’ultimo di questi, quello del 5 settembre, ci è stato detto da parte di capigruppo che avevano bisogno di riflettere, di confrontarsi maggiormente, e che poi ci avrebbero saputo dire. Da quel momento, però, è calato il silenzio. E quindi più che confronto lì in realtà è stato un muro di gomma».
Nino Pizzimenti, di Legambiente, gli fa eco e aggiunge che «manca una saldatura democratica tra movimenti popolari e organi politici, perché le risposte sono state finora evasive, comprese le ultime dichiarazioni inesatte da parte del presidente De Pascale, sul consumo di suolo e sul rischio idraulico. Noi riteniamo che bisogna intervenire con proposte radicali come quella che abbiamo presentato, e vorremmo che queste aule iniziassero a discutere con noi, perché le leggi attuali hanno dimostrato tutta la loro inefficacia».
Discorso simile per l’autonomia differenziata. Sebbene la Regione abbia già confermato la sua contrarietà al progetto di legge del Governo Meloni, Maria Longo, del Comitato Contro Ogni Forma di Autonomia Differenziata, dice che «è importante mantenere la medesima linea che l’Emilia-Romagna ha sinora mantenuto in merito all’autonomia differenziata, che è stata un faro in questa battaglia. A riprova di questo, dunque, chiediamo che la Regione si impegni a non chiedere ulteriori poteri autonomi in tal senso, attraverso anche la proposta di legge che per ora è bloccata».
ASCOLTA L’INTERVISTA A CORRADO ODDI E NINO PIZZIMENTI:







