Domani, sabato 22 marzo, alle 13.00, piazza Verdi a Bologna sarà teatro della protesta di un gruppo di specializzandi del Tfa (Tirocinio Formativo Attivo) dell’Università di Bologna contro i provvedimenti recentemente proposti dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sul sostegno. La mobilitazione, organizzata in contemporanea con altre città italiane come Torino, denuncia quello che i manifestanti definiscono «un attacco diretto alla qualità della formazione scolastica pubblica e inclusiva».
La protesta degli specializzandi contro Valditara e le misure sul sostegno
Gli specializzandi, molti dei quali già attivi come insegnanti di sostegno o curricolari nelle scuole pubbliche italiane, sottolineano l’importanza del loro percorso di formazione. «La nostra è una professione che richiede una preparazione di qualità. Dedichiamo ore settimanali a insegnamenti, laboratori e tirocini, con l’obiettivo di diventare figure inclusive in grado di abbattere ogni barriera all’apprendimento», spiegano.
Una visione minacciata dal decreto-legge del 31 maggio 2024 n. 71, che introduce una serie di misure controverse. Tra queste, la possibilità per i genitori di confermare o meno i docenti di sostegno assegnati ai propri figli, una scelta che, secondo i manifestanti, crea disparità e mette a rischio la libertà di insegnamento. «È inaccettabile che la continuità didattica venga subordinata al gradimento delle famiglie – sottolineano gli specializzandi – Questo sistema non solo sminuisce il ruolo professionale dei docenti di sostegno, ma rischia di creare disuguaglianze con i colleghi curricolari, che continuano a essere assunti attraverso regolari graduatorie».
Un altro punto critico riguarda la cosiddetta “sanatoria Indire”, che consentirebbe la validazione di specializzazioni ottenute all’estero. Secondo i manifestanti, questi percorsi sarebbero spesso lontani dai principi dell’inclusione scolastica sanciti dalle leggi italiane, come la legge 517/1977 e la legge 104/1992, che hanno segnato una svolta nell’apertura della scuola pubblica alla diversità.
«Questa sanatoria – sottolineano – permette di riconoscere specializzazioni acquistate a caro prezzo in altri Paesi, dove il modello educativo si basa spesso sulle scuole speciali, in netto contrasto con l’orizzonte inclusivo italiano».
Attraverso la protesta gli specializzandi rivendicheranno richieste precise, come l’assunzione dei docenti specializzati tramite un doppio canale che preveda procedure concorsuali e l’assunzione diretta dalla prima fascia delle graduatorie. Si chiede anche di abolire la sanatoria Indire per garantire che solo percorsi di alta qualità, coerenti con i valori dell’inclusione scolastica italiana, vengano riconosciuti. Infine che vengano tutelate la libertà di insegnamento e le pari opportunità tra docenti di sostegno e curricolari, evitando sistemi che subordinino il lavoro educativo al giudizio delle famiglie.
«Anche il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione ha individuato delle criticità nei decreti del ministro – sottolinea ai nostri microfoni Silvia di Specializzand* Organizzat* Tfa IX UniBo – e un collettivo di insegnanti specializzati, insieme ai sindacati, ha proceduto con un’azione legale che possa fermare questo indirizzo per cui nella Pubblica Amministrazione si possa procedere secondo gradimento dell’utente».
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