È alle 17.30 l’appuntamento di domani 20 giugno per partecipare al dibattito pubblico “La lotta dei migranti climatici e le moderne resistenze”. L’evento si svolgerà al Vag 61 di Bologna (via Paolo Fabbri 110) alla presenza di Elena Giacomelli, assegnista di ricerca post-doc all’Università di Bologna e co-autrice della ricerca #ClimateOfChange sul cambiamento climatico e i migranti climatici; Jacopo Colomba, project menager di WeWorld a Ventimiglia ed Esperto in Protezione Internazioanle e tutela dei Diritti Umani e Vanessa Guidi, presidente di Mediterranea Saving Humans, moderati da Margherita Romanelli di WeWorld.

Migranti climatici e resistenza: il dibattito a Vag61 promosso da WeWorld

Il progetto di ricerca si è soffermata principalmente «sul nesso tra due dei fenomeni che caratterizzano il nostro tempo: il cambiamento climatico e le migrazioni». Quando si parla di migranti climatici, infatti, s’intendono «tutte quelle persone costrette a spostarsi sia internamente ai confini nazionali che a livello internazionale, a causa dei cambiamenti climatici», ci ha spiegato Elena Giacomelli. Nello specifico la campagna è stata portata avanti da 16 partner in 13 Paesi europei ed è stata guidata dall’asscoiazione WeWorld, «organizzazione impegnata da più di 50 anni a garantire i diritti di donne, bambini e bambimbe in 25 paesi del Mondo compresa l’Italia».

«L’università di Bologna ha portato avanti la ricerca in maniera interdisciplinare» continua Giacomelli. Sono, infatti, quattro i Paesi coinvolti: Senegal, Guatemala, Cambogia e Kenya; ma, dal momento che il progetto è partito a marzo del 2020, proprio durante lo scoppio della pandemia di Corona Virus, «siamo riusciti a essere fisicamente presenti solo in Senegal nel marzo 2021; mentre negli altri Paesi abbiamo condotto la ricerca da remoto», ha aggiunto la ricercatrice.

A emergere è che la «crisi climatica viene spesso dipinta come mero disastro prettamente naturale e questo maschera sia le responsabilità socio-politiche, sia le diseguaglianze globali al cuore della crisi stessa». Per questo lo scopo di ricercatori e ricercatrici è stato quello di denaturalizzare la crisi climatica e raccontarla a prescindere dal dato naturale che inevitabilmente si porta dietro; infatti è stata portata alla luce «l’interconnessione dei diritti: diritto alla mobilità, diritto di avere un’ambiente sano e soprattutto la disparità di accesso a questi diritti in tutto il Mondo».

Inoltre si è cercato soffermarsi anche sulle modalità narrative attraverso cui spesso vengono raccontati questi fenomeni; allarmismo e razzismo, infatti, sono all’ordine del giorno quando si parla dei cosiddetti migranti climatici. «Questo non fa altro che alimentare la paura del Nord globale nei confrotni della presunta minaccia e invasione da parte del Sud del Mondo. Quindi la nostra ricerca ha voluto proporre un’immagine, seppur complessa, quanto più reale dell’intersezionalità sia dei dirtti che delle tematiche del progetto».

Infatti, nel dibattito Giacomelli si concentrerà proprio sulle narrazioni: cosa succede quando la narrazione dei cambiamenti climatici incontra la narrazione delle migrazioni? Quando si parla di migrazione climatiche quali sono le prime cose che vengono in mente alle persone? «Tendenzialmente si pensa a ondate di tantissime persone dal Sud Globale verso il Nord e ciò determina non tanto maggiore protezione delle persone coinvolte in questi fenomeni, ma piuttosto un continuo controllo della frontiera alimentando la paura di invasione, piuttosto che l’effettiva presa in causa del fenomeno. Per questo è importante mettersi in discussione e cominciare a pensare che i migranti ambientali possiamo essere anche noi, come l’alluvione del mese scorso proprio in Emilia-Romagna ci ha dimostrato».

Prima del dibattito pubblico, dalle 14 alle 17,30, ci sarà, invece, un momento dedicato ai giovani. «I giovani erano e sono il cuore del progetto e attraverso un impegno diretto dei giovani li abbiamo voluti coinvolgere in molte delle attività del progetto e quindi anche nell’evento di domani» ha concluso Giacomelli. Tra le varie attività educative, i ragazzi e le ragazze, saranno coinvolti in un dialogo con Nadia Pagani di ANPI Pratello “Gincarlo Grazia” sull’importanza storica e la memoria dei valori della Resistenza Partigiana, e come questi possono continuare ad alimentare le nuove forme di attivismo giovanile.

ASCOLTA L’INTERVISTA A ELENA GIACOMELLI:

Sofia Centioni