Un teatro d’arte per «disturbare il mondo e farsi disturbare dal mondo» in ambito politico: così Giampiero Borgia, co-fondatore della compagnia Teatro dei Borgia, descrive il progetto de La Città dei Miti.

La trilogia mitologica a tema sociale

Tre spettacoli ispirati alle tre figure mitologiche di Eracle, Filottete e Medea per raccontare tre forme di marginalizzazione sociale invisibile – quella marginalità che spesso nemmeno ignoriamo, ma che direttamente non riusciamo a sentire e vedere. Anche i luoghi in cui si terranno gli spettacoli, benché pilastri della rete sociale e di cura, sono in qualche modo ai margini della socialità quotidiana più comune, quelli che la direttrice artistica Mariangela Pitturru chiama «luoghi di senso»: la mensa della Fraternità Caritas, la casa di riposo per artisti Lydia Borelli e la casa di comunità Porto Saragozza.

La Città dei miti, promosso a Bologna da Mismaonda, si inserisce nel solco di un progetto che negli anni scorsi aveva portato il teatro nelle periferie, stavolta invertendo la rotta e adottando la volontà della compagnia Borgia di fare arte attraverso un «incontro e scontro con il mondo»: lo spettatore si trova così a stretto contatto con l’invisibilità sociale, attraverso una messa in scena che punta ad eliminare il più possibile la distanza tra l’“io” attoriale e l’“io” fittizio.

La fonte energetica della compagnia teatrale, spiega infatti Borgia, è la ricerca sociale portata avanti con un «lavoro sul campo», che in modo quasi «vampiresco» si cala nella realtà marginalizzata attraverso il dialogo e il volontariato, raccogliendo le esperienze di chi vive quella stessa realtà. Drammaturgo e attore diventano così esperti «in senso esperienziale», ottenendo un’immedesimazione quasi senza filtri che possa restituire allo spettatore il sentimento e il vissuto più veri possibile.
Eracle l’invisibile si ritrova così alla mensa della Caritas, stanco dopo le sue dodici fatiche; Filottete, dimenticato e abbandonato, è bloccato in una Casa di riposo a convivere con un dolore che non può raccontare; Medea finisce sulla strada a prostituirsi per sopravvivere, straniera partita alla ricerca di una vita migliore.

I tre spettacoli, ognuno indipendente a livello narrativo ma legati tra loro dal doppio filo della classicità e dell’attualità, possono essere visti singolarmente martedì 27, mercoledì 28, giovedì 29 e venerdì 30 giugno, mentre si potranno vedere l’uno dopo l’altro in una maratona il 1° e il 2 luglio.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MARIANGELA PITTURRU E GIAMPIERO BORGIA:

Chiara Scipiotti