Il rapporto “Mal’aria” di Legambiente conferma l’inquinamento dell’Emilia Romagna: in un mese almeno 15 sforamenti di Pm10 in 5 città sui 35 consentiti in un anno dalla legge. Sotto le Due Torri sono 12 gli sforamenti. Gli ambientalisti chiedono misure severe, contenute nel “Piano aria” regionale. Il paradosso di Bologna: candidata a capitale “green”, ma si prepara ad aumentare l’inquinamento con Passante di Mezzo ed abolizione delle preferenziali.
Smog Emilia: la valle inquinata d’Europa
La “zona più inquinata d’Europa”, la pianura padana, si conferma tale anche nel primo mese del 2017, ma le misure di contrasto all’inquinamento e in favore della salute dei cittadini sembrano latitare. Lo denuncia Legambiente Emilia Romagna nel suo tradizionale report “Mal’aria“, in cui ha fotografato la situazione lungo la via Emilia.
Nel solo mese di gennaio, 5 capoluoghi della nostra regione hanno sforato il livello consentito di Pm10 per almeno 15 volte sulle 35 annuali consentite dalla normativa.
L’aria peggiore si respira a Reggio Emilia e Modena, con 17 giornate, seguite da Ravenna e Rimini con 15, mentre a Bologna gli sono stati 12.
“Numeri preoccupanti – commenta l’associazione – se si pensa anche ai rilevanti impatti sulla salute: ogni anno, stando alle ultime stime, l’inquinamento dell’aria causa oltre 467 mila solo in Europa e i costi sanitari associati quantificabili sono tra 400 e 900 miliardi di euro all’anno sempre in Europa”.
Per questo, Legambiente chiede alla Regione di approvare in fretta il “Piano aria”, attualmente in discussione, che contiene buone misure per contrastare il fenomeno, e di approntare gli strumenti e i controlli necessari affinché vengano applicate.
Ai nostri microfoni, Giulio Kerschbaumer di Legambiente spiega quali sono i provvedimenti più efficaci per ridurre l’inquinamento. “Potrà sembrare un dettaglio, ma anche la chiusura delle porte dei negozi – osserva l’ambientalista – ha un suo impatto. Così come gli investimenti nel trasporto pubblico o la sostituzione di vecchi autobus con nuovi a metano o elettrici, fino all’incentivazione del trasporto elettrico privato e il potenziamento della mobilità ciclabile e sostenibile”.
L’esponente di Legambiente, inoltre, commenta ai nostri microfoni il paradosso di Bologna, città che da un lato si candida a diventare capitale “green”, ospitando il G7 dell’Ambiente e l’expo del florovivaismo e dell’orticoltura oppure offrendosi di ospitare il centro meteo europeo, e dall’altro si appresta a realizzare il Passante di Mezzo e a ridurre il numero di corsie preferenziali per autobus in città.
“Stiamo ancora discutendo sull’utilità delle piste ciclabili o sul mantenimento dei T-Days – osserva Kerschbaumer – Io immagino una capitale verde che abbia un centro storico completamente pedonalizzato, un servizio ferroviario metropolitano degno di questo nome o dove ci si possa spostare in bicicletta comodamente. Insomma: c’è un bel lavoro da fare prima che Bologna possa diventare una capitale verde”.