Ieri in Commissione al Senato è stato approvato un emendamento al ddl delega per il governo che è stato definito “storico” per le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo. Dopo i problemi causati dalla pandemia, con un settore dove la precarietà regna sovrana e i lockdown che hanno rasentato il colpo di grazia per la categoria, il lavoro culturale vede un riconoscimento foriero di dignità.
Il ddl ora passa alla Camera, in attesa dell’approvazione definitiva, ma nel mondo dello spettacolo trapela già soddisfazione, in particolare per l’introduzione di misure come l’indennità di discontinuità.

Lavoratori dello spettacolo, l’indennità di discontinuità e altre norme

«L’indennità di discontinuità è un passo ulteriore rispetto al Set (Sostegno Economico Temporaneo) che era stato inserito nella Legge di Bilancio e che riconosce ai lavoratori dello spettacolo un contributo nei periodi in cui non lavorano, che caratterizzano quel tipo di professione», osserva ai nostri microfoni Michela Montevecchi, senatrice del M5S.
Si tratta a tutti gli effetti di un ammortizzatore sociale per una professione che culturalmente in Italia spesso non veniva nemmeno considerata tale.

«A volte si pensa che questi professionisti lavorino solamente nel momento della performance – evidenzia Montevecchi – ma molta parte del loro lavoro riguarda lo studio, la formazione e la preparazione, non solamente lo spettacolo». Dal punto di vista culturale, quindi, l’indennità di discontinuità riconosce con un sostegno quei periodi a torto considerati improduttivi.

Accanto all’indennità di discontinuità, però, sono state approvate anche altre misure. In particolare, quelle proposte da Montevecchi riguardano il tema della parità di genere da tenere in considerazione nell’erogazione del contributo, che comportano premialità per i soggetti più virtuosi, e il riconoscimento dei live club.
Per questi ultimi, nello specifico, c’è il riconoscimento giuridico quali soggetti che operano in modo prevalente per la promozione, la diffusione e il sostegno di produzioni musicali dal vivo. Viene in sostanza riconosciuta la funzione sociale e culturale di questi spazi.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MICHELA MONTEVECCHI: