Monta la protesta degli ambientalisti e del mondo agricolo contro il nuovo polo logistico che il gruppo francese Aprc intende realizzare in territorio imolese. Il progetto, per il quale la Città Metropolitana di Bologna ha avviato la fase preliminare di approvazione, prevede la costruzione di un insediamento di circa 40mila metri quadrati su area agricola, nei pressi della via Selice, a pochi chilometri dal casello autostradale dell’A14.
Dopo lo stop al polo logistico di Altedo, ecco che un progetto analogo si sposta a Imola. L’intervento è al centro di un accordo di programma siglato nel 2021 tra il Comune di Imola e Aprc Group, durante l’amministrazione del sindaco Marco Panieri (Pd), oggi anche vicesindaco metropolitano. Tale strumento consente di procedere a progetti non previsti dai piani urbanistici locali attraverso una negoziazione tra pubblico e privato.

Ambientalisti e agricoltori contro il polo logistico di Imola

La prima voce contraria è arrivata da Coldiretti, che in una lettera firmata dal vicedirettore Alessandro Scala, ha chiesto alla Città Metropolitana di chiarire quale sia l’interesse pubblico dell’intervento, sottolineando i possibili effetti negativi sul traffico e sull’agricoltura di un’area già fortemente congestionata.
Anche Legambiente Bologna si schiera contro il progetto. «Chiediamo con forza – afferma il presidente Claudio Dellucca – che i nuovi insediamenti vengano collocati vicino alle linee ferroviarie, come l’Interporto. Continuare a costruire lontano dai binari significa alimentare il trasporto su gomma e il consumo di suolo agricolo».

Duro anche il commento dei Verdi. «Il caso di Imola – dichiara Danny Labriola, portavoce dei Verdi metropolitani – è emblematico di una politica che parla di crisi climatica ma continua ad approvare progetti che la aggravano. Senza la tutela dell’ambiente, non ci saranno né lavoro né vita nei territori sempre più fragili della nostra regione».
Nello specifico, Labriola rigetta la dicotomia tra ambiente e lavoro, visto che l’occupazione nella logistica non è di qualità, e sottolinea i dati dell’ultimo rapporto Ispra sul consumo di suolo, che vedono l’Emilia-Romagna prima in Italia.
Perciò il portavoce dei Verdi invoca una moratoria alle nuove edificazioni, ricordando che dopo le alluvioni si era parlato di bloccare le costruzioni nelle aree esondabili.

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