Dopo il controverso declassamento del Teatro della Pergola di Firenze, che è apparso una sorta di punizione politica del ministro Alessandro Giuli nei confronti del direttore artistico Stefano Massini, un’altra istituzione culturale storica finisce nel mirino del Ministero della Cultura. È il caso del Santarcangelo Festival, manifestazione di teatro e arti performative che dal 1971 anima la cittadina romagnola e che oggi si trova a fare i conti con un taglio drastico dei punteggi ministeriali, e quindi dei fondi statali.

Il declassamento del Santarcangelo Festival e la reazione dei consiglieri Pd

A stabilire il declassamento è stato il decreto firmato dal direttore generale dello spettacolo, che riduce da 28 a 14 i punti assegnati alla manifestazione nella valutazione triennale dei progetti multidisciplinari. Una decisione che avrà conseguenze dirette sul finanziamento destinato al festival per l’edizione 2025. Il punteggio complessivo, su una scala di 35, colloca ora Santarcangelo tra le realtà culturali meno premiate, nonostante la sua lunga e riconosciuta storia artistica.

Una decisione che ha suscitato indignazione e reazioni politiche accese, in particolare da parte dei rappresentanti del Partito Democratico in Regione Emilia-Romagna. «Siamo esterrefatti – dichiarano in una nota congiunta Paolo Calvano (capogruppo), Alice Parma (vicecapogruppo ed ex sindaca di Santarcangelo), Elena Carletti, Valentina Ancarani e Niccolò Bosi – È un colpo durissimo a uno dei progetti culturali più significativi in Italia e in Europa».
I consiglieri regionali parlano apertamente di una scelta politica, non giustificata da un reale mutamento nei criteri o nella qualità artistica della manifestazione. Anzi, sottolineano i firmatari, «il lavoro del direttore artistico Tomek Kirenczuk ha rilanciato il Festival a livello internazionale, valorizzando giovani artisti, stringendo nuovi partenariati e rafforzando il dialogo col territorio. Tutti obiettivi in linea con le finalità del bando ministeriale».

Per il gruppo PD, si tratta di un attacco diretto alla libertà culturale. «Il Santarcangelo Festival – scrivono – è da 55 anni un presidio di pensiero, inclusione, sperimentazione. Non si piega alle logiche del consenso e del controllo. Per questo viene colpito».
Secondo i consiglieri, non si tratta solo di una penalizzazione amministrativa, ma di un segnale grave: «È in gioco la libertà di espressione artistica. E noi la difenderemo in tutte le sedi, a partire dalla Regione».
Il titolo dell’edizione 2025 del Festival, “Not Yet”, risuona ora come una dichiarazione di resistenza culturale. «La cultura non si piega – concludono i consiglieri – e la libertà non si dimezza».

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