Dopo le preoccupazioni e gli allarmi espressi dai garanti comunale e regionale, gli appelli degli avvocati e interrogazioni e ordini del giorno presentati in Consiglio comunale, le forze di maggioranza a Palazzo D’Accursio oggi pomeriggio alle 18.00 terranno un presidio davanti al carcere della Dozza contro il progetto di trasferire in una sezione del penitenziario per adulti tra i 50 e i 70 giovani detenuti.
La mobilitazione è stata lanciata da Volt ed è stata raccolta dalle liste del Consiglio comunale di Pd, Anche tu Conti, Coalizione Civica e Lepore sindaco e segue il trasferimento di 70 detenuti adulti nel carcere di Fossombrone per fare posto ai giovani.
No al trasferimento di giovani detenuti alla Dozza: il presidio del centrosinistra
La scelta del trasferimento dei giovani detenuti è dettata dal sovraffollamento che interessa anche gli istituti di pena minorili, incluso quello del Pratello. Nella struttura minorile sono reclusi al momento 58 giovani a fronte di una capienza massima di 40 posti. Una situazione che si registra anche in altri istituti della regione e del Paese.
Alla Dozza, però, «non ci sono strutture attrezzate per accogliere questi giovani – sottolinea ai nostri microfoni Giacomo Tarsitano, consigliere comunale della Lista Lepore sindaco – I percorsi educativi sono seriamente messi in pericolo».
Sebbene l’amministrazione penitenziaria abbia sottolineato che si tratterebbe di una soluzione provvisoria, la stessa struttura di destinazione vive grossi problemi. Quello della Dozza è un carcere «che si trova già in una situazione esplosiva, a causa di un sovraffollamento che ha raggiunto ormai il 175% – ha sottolineato la segretaria del Pd, Federica Mazzoni – In questo modo si condannerebbero questi giovani a vivere in un ambiente in cui gli verrebbe precluso, per sempre, di cambiare vita e ambire a un futuro di riscatto. Questi ragazzi possono e devono essere riabilitati e non costretti a entrare in un carcere per adulti dove, gioco forza, frequenterebbero un master del crimine, a contatto con detenuti che, certo, non avrebbero un impatto positivo sul loro futuro».
A monte, il problema sembra essersi aggravato dopo il Decreto Caivano, che ha aumentato le fattispecie di reato per le quali i ragazzi possono essere reclusi. La conseguenza è stata l’esplosione degli istituti penali minorili, anche di quelli che funzionavano e che avevano un rodato sistema di servizi educativi. Come lo stesso istituto del Pratello, sottolinea Tarsitano, che in questa situazione non può garantirne il corretto funzionamento.
Per la maggioranza di Bologna, però, la soluzione non può essere il trasferimento dei giovani in un carcere per adulti, né la costruzione di altri istituti penali.
«Occorre tenere i giovani detenuti in strutture che abbiano una capacità rieducativa – spiega il consigliere comunale – quindi serve valutare anche la possibilità di ricorrere a comunità e percorsi alternativi alla detenzione».
ASCOLTA L’INTERVISTA A GIACOMO TARSITANO: