Un food truck multietnico, inclusivo e tutto al femminile. È stato presentato ieri in piazza dell’Unità il progetto di “Altre Terre – Altri cibi” che, con uno staff tutto al femminile, proporrà cibi da diverse parti del mondo fatti da chi conosce meglio queste ricette.
Il progetto nasce in seno a Mondo Donna onlus ed è reso possibile dal finanziamento attraverso un bando della Fondazione dal Monte di Bologna e Ravenna

Un food truck gestito da madre migranti

Mondo Donna Onlus si occupa da 25 anni di accoglienza, ma come racconta ai nostri microfoni Loretta Michelini, presidentessa dell’associazione, «Il nostro obiettivo è sempre stato quello di accogliere, quindi abbiamo strutture per mamme e bambini, strutture per donne richiedenti protezione internazionale e strutture per donne che arrivano dagli sbarchi, centri di accoglienza straordinaria». Oltre all’accoglienza, l’associazione si concentra spesso sulla ricerca di percorsi di autonomia delle persone accolte, attraverso un loro inserimento lavoratico.

Non è la prima volta che l’associazione si cimenta in progetti culinari. Fino all’anno scorso era infatti attivo un servizio catering, che a seguito delle norme per il contenimento della pandemia non ha potuto proseguire.
Il progetto “Altre Terre – Altri cibi” nasce dalla partecipazione ad un bando indetto da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il cui obiettivo era quello di promuovere progetti finalizzati all’inserimento nel mondo del lavoro di donne migranti.
Mondo Donna ha quindi elaborato un progetto che coinvolgesse le madri migranti.

«Abbiamo fatto una formazione con 22 donne che è durata più di un anno ed è stata accompagnata da uno chef professionista, Alberto Di Pasqua», racconta Michelini.
I primi due mesi dell’avventura del food truck saranno quindi dedicati alla sperimentazione di queste idee con l’accompagnamento dello chef, ma da luglio il progetto proseguirà in modo autonomo, gestito direttamente dalle donne.

ASCOLTA L’INTERVISTA A LORETTA MICHELINI:

Ai nostri microfoni, Sladjana Zaric, donna serba che per l’inaugurazione ha cucinato, tra le altre cose, degli ottimi Ćevapčići, si dice molto contenta di far parte di questo progetto, sia perché ha imparato molto, sia perché ha dato molto: «Mi dà tanta emozione poter promuovere i piatti del mio paese perché sono qui in Italia da vent’anni e ti manca tanto il tuo paese, le tue origini, mangiare, stare in compagnia con i tuoi cari, ma io qui sono da sola. Ho due figli, sto con loro, ma non ho familiari quindi questo progetto mi riporta alla mia gioventù, quando facevamo in casa da mangiare con la nonna che mi insegnava a tirare la pasta. Adesso se io posso regalare qui un po’ di queste emozioni alle persone che non le conoscono per me è un gran piacere».

ASCOLTA L’INTERVISTA A SLADJANA ZARIC:

Manuela Bassi