«I no vax che contraggono il Covid e finiscono nelle terapie intensive degli ospedali del Lazio dovranno pagare i ricoveri». Sembra una boutade demagogica e populista, ma l’assessore alla Sanita della Regione Lazio, Alessio D’Amato, che ha pronunciato queste parole ne sembra convinto. Al punto che aggiunge che non si tratta di una provocazione, che il modello su cui la Regione Lazio sta lavorando è un memorandum adottato dalla Lombardia in cui si faceva presente ai pazienti guariti quanto era costata la loro degenza e che con i no vax si è intenzionati ad andare oltre.

La mossa anticostituzionale della Regione Lazio

«Le persone che rifiutano la vaccinazione mettendo a rischio la libertà altrui devono assumersi la responsabilità fino in fondo delle proprie scelte e delle proprie azioni», ha tuonato D’Amato. In particolare, i costi per i ricoveri in terapia intensiva si aggirano sui 1500 euro al giorno, che in media un malato di Covid occupa per 17 giorni. Un conto di oltre 25mila euro che secondo l’assessore laziale alla Sanità chi ha scelto di non vaccinarsi, in assenza di un obbligo vaccinale, dovrebbe pagare per poter essere curato.

«Sono esternazioni molto pericolose perché alimentano atteggiamenti di rivincita su temi centrali normati fra l’altro dalla Costituzione», commenta ai nostri microfoni Gianluigi Trianni del Forum per il Diritto alla salute. In particolare la carta fondamentale, all’articolo 32, afferma il diritto alla salute e alle cure per gli indigenti, non introducendo elementi di discriminazione rispetto alle opinioni espresse da un malato.
Oltre a ciò, il diritto sanitario su cui si regge il sistema italiano è impostato su tre principi fondamentali: universalità, uguaglianza ed equità.

Proposte come quelle della Regione Lazio, secondo Trianni, «non colgono l’essenza del malessere che si agita dietro ai no vax». «È chiaro che esistono situazioni in cui chi non si vaccina mette a repentaglio la salute pubblica – continua il portavoce del Forum per il Diritto alla salute – ma non si possono fare semplificazioni di questo tipo».
In altre parole, le parole di D’Amato «solleticano ideologie illiberali, intolleranti, antiumanitarie. Oltre che essere anticostituzionale, è un’espressione di degrado totale».

Nella questione specifica va considerato anche che diventerebbe difficile far pagare le cure a persone che scelgono di non vaccinarsi senza che vi sia un obbligo vaccinale, ma la breccia che proposte di questo tipo possono aprire è molto più larga e pericolosa. E in futuro potrebbe riguardare anche altri comportamenti a rischio per la salute, come il fumo, l’alcool, una vita sedentaria e via di questo passo.
«In altri Paesi si è già ipotizzato di negare la tutela sanitaria ai fumatori o agli alcolisti – riporta Trianni – Questa è una scorciatoia comoda e repressiva che, oltre a non considerare i fattori di dipendenza presenti in queste sostanze, non affronta il tema centrale, cioè ciò che porta alle dipendenze, le condizioni sociali».

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