I Musei civici di Bologna sbarcano su Google Arts & Culture. Nella piattaforma smart, che consente alle organizzazioni culturali (2.000 in 80 paesi) di esporre e condividere i propri tesori col pubblico globale online, gli utenti possono cercare e scoprire tra i contenitori bolognesi opere d’arte, punti di riferimento e siti del patrimonio mondiale, nonché esposizioni digitali che raccontano le storie racchiuse negli archivi di enti culturali di tutto il mondo.

La vetrina di Google Arts & Culture per i Musei civici di Bologna

Le collezioni dei quattordici Musei civici online offrono 127 immagini e cinque storie tematiche trasversali a sei aree disciplinari, con l’obiettivo di «rendere il patrimonio accessibile a chiunque, ovunque». Annunciano tutto in conferenza stampa Eva Degl’Innocenti, direttrice dei Musei civici, l’assessore all’Innovazione digitale Massimo Bugani, il direttore del dipartimento comunale Cultura Osvaldo Panaro e Melissa La Maida, della Comunicazione dei Musei.
Le cinque storie includono uno spaccato sugli stessi musei dal 1522 a oggi, partendo dai pionieri Aldrovandi e Cospi, più in generale le donne nella storia “libere e audaci“, la cura del corpo “e la bellezza” raccontata attraverso le collezioni civiche, “Mortadella & Co.” per intendere «il cibo come cultura e non certo come fenomeno di massa», specifica Degl’Innocenti, e infine Bologna “antica città della seta“, quando le corti di tutta Europa se ne rifornivano (nel ‘600 soprattutto).

Tra i 127 oggetti selezionati per Google Arts & Culture, così, ci sono nell’ordine ritratti femminili e opere di pittrici o scultrici conservati negli archivi di arte antica, balsamari in vetro per essenze profumate dalle collezioni greca e etrusca, manufatti in seta del Museo del Risorgimento, gli strumenti scientifici di Giovanni Aldini, gli oggetti originali di Giorgio Morandi nel 60esimo dalla morte, altri ritratti di cantanti e compositori della quadreria raccolta da padre Martini al Museo internazionale (e biblioteca) della musica, il monumento funerario dedicato a Camillo Ronzani, fondatore del birrificio, al cimitero della Certosa.

ASCOLTA L’INTERVISTA A EVA DEGL’INNOCENTI: