Nuovo sciopero per i lavoratori dell’Ex Bredamenarinibus
La situazione dell’azienda sembra sempre più grave, una nuova scadenza si avvicina e gli stipendi rischiano di essere nuovamente sospesi, ma il Governo sembra essere scomparso. Oggi e domani i lavoratori in Piazza Maggiore, settimana prossima forse si torna a Roma. L’intervista a Bruno Papignani.
La situazione non sembra migliorare per l‘Ex Bredamenarinibus, e i lavoratori hanno deciso di prolungare lo sciopero e recarsi in Piazza Maggiore, dove oggi e domani quattro tronconi composti dai diversi reparti manterranno aperto un gazebo informativo. Lo scopo è quello di informare la cittadinanza ma anche quello di incontrare le istituzioni locali. Ieri c’è stato l’incontro con Bonaccini, presidente della regione, con cui “ci siamo detti quello che ormai ci ripetiamo da troppe volte – commenta il segretario della Fiom Cgil Bruno Papignani – le aziende che gestiscono il trasporto pubblico in ER oltre ad aver ordinato gli autobus, che non spesso vengono fatti in Menarini anzi spesso anche in Turchia, hanno comunque permesso di versare. anticipando delle commesse, i soldi per pagare gli stipendi”.
Ma il vero problema è il governo, che sembra essersi volatilizzato dopo gli impegni presi gli scorsi mesi nei confronti dei lavoratori. “Pur insistendo non riusciamo a trovare il governo – spiega Papignani – che a un certo punto è sfuggito. Questo ormai dura dal 29 di giugno però concretamente non c’è niente, nonostante noi abbiamo avanzato delle proposte concrete. L’ultima è quella di ricapitalizzare con Finmeccanica, che è l’unica di fatto possibile però se non avviene questa settimana lunedì siamo di fronte alla scadenza di nuovo degli stipendi, al rischio dei libri in tribunale, insomma la solita solfa”.
Per quanto riguarda le mobilitazioni, se il governo non darà una risposta nei prossimi giorni la situazione è destinata ad aggravarsi con il passare dei giorni, anche per via delle numerose scadenze che si approssimano sempre di più. “Abbiamo una situazione esplosiva ad Avellino – sottolinea Papignani – perché terminano anche la cassa integrazione speciale, dopodiché c’è solo il licenziamento, e nessuno fa la richiesta. A Bologna gli stipendi sono di nuovo a rischio, senza contare le prospettive, visto che non è cambiato niente. Si sta valutando cosa fare lunedì e martedì, se andare di nuovo a Roma di fronte al consiglio d’amministrazione di industria italiana autobus, o se invece approfittare per qualche iniziativa che vada a scovare un po’ i personaggi più sfuggenti che sono Di Maio e il Presidente del Consiglio”.
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