Non c’è solo la presentazione del libro “Mamma mi faccio le canne” di Antonella Soldo, questa sera in Montagnola, tra le iniziative che i consiglieri comunali di maggioranza hanno organizzato sul tema della cannabis. L’appuntamento rientra in un ciclo di incontri, intitolato “Cannabis Talk“, fatto di tre eventi e due udienze conoscitive, con cui si cerca di riaprire da Bologna la discussione chiusa dalla bocciatura del referendum da parte della Corte Costituzionale.
«Partiamo da un’evidenza – afferma il consigliere Mattia Santori – Il proibizionismo ha fallito». A testimoniarlo i sei milioni di consumatori in Italia, tra cui due abituali e il 25% dei giovani che afferma di consumarla.
Cannabis, i consiglieri comunali di maggioranza rilanciano l’antiproibizionismo
Sono di tre tipi le criticità che emergono dalle politiche proibizioniste: educazione, giustizia e sanità.
Sul fronte dell’educazione il proibizionismo preclude ai giovani la consapevolezza, esponendoli anche a rischi rispetto a ciò che consumano. La rottura del tabù nella direzione dell’antiproibizionismo permetterebbe anche di discutere dell’argomento anche all’interno delle famiglie.
La questione giudiziaria è duplice: da un lato le politiche repressive di una sostanza che l’Oms ha tolto dalla tabella delle droghe pesanti produce sovraffollamento carcerario. Dall’altro, il proibizionismo agevola il mercato nero controllato dalle mafie e sottrae allo Stato risorse che potrebbero essere investite in progetti sociali.
Infine c’è la questione sanitaria, perché il tabù sulla cannabis è tale da condizionare anche le cure di persone che dalle proprietà della cannabis trovano beneficio contro malattie croniche e invalidanti.L’Italia oggi produce circa un decimo del fabbisogno di farmaci a base di cannabis e spesso l’import subisce ritardi o ostacoli che espongono i malati a sofferenze che tolgono loro dignità.
«Noi non vogliamo discutere del tema da una posizione ideologica – osserva Santori – Vogliamo approfondire a partire dalle evidenze scientifiche e tecniche, perché l’importante è che si parli di cannabis e delle ricadute sul territorio».
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