Questa è la storia di una campagna marketing che è riuscita nell’intento dei suoi creatori di riportare al centro la musica e ricreare quel senso di hype per una nuova uscita che era già iniziato a mancare negli anni dieci e che si è fatto più marcato oggi.
“Volevamo veramente riprendere quella sensazione di aspettativa per l’uscita di nuova musica che, nel corso degli ultimi anni, è andata scomparendo, soprattutto a causa di internet. Così come per il cinema, tutti sanno già cosa accadrà in un particolare film prima che questo esca nelle sale. Così si uccide la magia. Quindi abbiamo pensato ad un modo per far provare ai nostri fan più giovani l’aspettativa per una nuova uscita, nella maniera in cui eravamo abituati da bambini. Cosa che è veramente difficile da ottenere in questo periodo perché i ragazzini possono ottenere tutto ciò che vogliono, basta premere un bottone.” Così si esprimevano i Boards of Canada in un’intervista del 2013, in occasione dell’uscita del loro ultimo album “Tomorrow’s Harvest”.
La campagna marketing per Tomorrow’s Harvest: il racconto
Il 20 Aprile 2013 in un negozio di dischi di New York, fu trovato un misterioso vinile dei Boards of Canada che conteneva una strana sigla che anticipava una trasmissione di 6 cifre facenti parte di un codice più ampio di 36 cifre e il loro posizionamento nella serie come indicato dalla copertina del disco. Si trattava di uno di sei vinili tutti uguali, che vennero distribuiti casualmente nei negozi di tutto il mondo. Pochi giorni dopo fu trovato il secondo vinile a Londra e il terzo a Edimburgo. Attualmente abbiamo traccia di quattro dei sei dischi distribuiti, evidentemente gli ultimi due acquirenti non ne hanno dato notizia. Due giorni dopo, qui il discorso si fa complicato, da un account Youtube notoriamente collegato ai Boards of Canada viene pubblicato un video che conteneva un riferimento ad un vecchio filmato sulla sicurezza in bicicletta. Nella sezione commenti di quest’ultimo era presente un collegamento ad un piccolo filmato modificato che aveva come tema una vecchia serie TV, “La piccola casa nella prateria”, che conduceva finalmente alla destinazione finale, cioè un video contenente un breve brano musicale e la seconda parte del codice. Per la terza parte del codice non ci fu molto da attendere, infatti in quei giorni venne pubblicata su internet una playlist di BBC Radio1 che conteneva la solita traccia misteriosa ad opera del duo scozzese e la nuova serie di cifre. Quella stessa notte, una stazione radio americana, la NPR, trasmise la quarta parte del codice. Tre giorni dopo queste trasmissioni, il 26 Aprile 2013 un utente di internet e fan del duo, scoprì decodificando un’immagine nuova presente in un fan site, un riferimento a due tracce private Soundcloud, che una volta sommate digitalmente davano vita alla ormai ben conosciuta sigla e alla quinta serie di numeri. Il 29 Aprile di quello stesso anno i fan scoprirono che il sito internet boardsofcanada.com conduceva ad un nuovo, misterioso sito chiamato cosecha-transmisiones.com che riportava un campo di inserimento password a 36 cifre. Era quindi quella la destinazione finale, ma mancavano ancora le ultime 6 cifre per accedere… I fan infaticabili scoprirono nel source code del sito in oggetto, le ultime cifre della password, che una volta inserita, forniva la visione di un breve video che lanciava l’uscita del disco “Tomorrow’s harvest” per il 10 giugno 2013. Come ultimi tasselli di questa straordinaria e ingegnosa campagna marketing ci furono gli ultimi due eventi. In maggio a Shibuya, nel famoso incrocio del quartiere di Tokyo, a mezzanotte fu messo in onda in anteprima il nuovo singolo “Reach for the dead“. Il 26 maggio su Twitter, i Boards of Canada pubblicarono un’immagine che conteneva una data e le coordinate per raggiungere un Acquapark abbandonato, nel deserto del Mojave, negli Stati Uniti. Il giorno dopo i fan accorsi sul sito poterono sentire in anteprima il nuovo album. Così terminò la campagna marketing per “Tomorrow’s harvest”.
Una riflessione sulla situazione del mercato musicale attuale
La comunicazione orchestrata dai Boards of Canada e dalla Warp, la loro etichetta, fu un grande successo di coinvolgimento del pubblico e riuscì pienamente nell’intento di far riprovare la magia per l’attesa di una nuova uscita in campo discografico. Allo stesso tempo però, tutto questo ha scoperchiato il leggendario vaso di Pandora, aprendo il campo ad una serie di riflessioni che coinvolgono la fruizione contemporanea della musica. Siamo forse abituati troppo bene? Dal 2013 ai giorni nostri questo sentimento di privazione della “magia” si è acuito. Ormai tra Spotify, Apple Music, Youtube e tante altre piattaforme, siamo inondati da nuova musica fino al punto da essere allo stesso tempo assuefatti e anestetizzati alle nuove uscite che compongono il mercato discografico. E tutto questo comporta una diminuzione dell’attenzione nei confronti della musica, un ascolto meno maturo e consapevole, come se la musica fosse diventata negli ultimi dieci anni una mera cornice, utile per fare da sottofondo mentre si svolgono altre attività, diverse dal puro e attento ascolto. Quindi meno musica come esperienza a sé stante.
Non esiste un modo facile per uscirne… Il grande pubblico si è abituato a queste nuove condizioni e sarebbe folle tornare indietro, però si potrebbe proporre una fruizione più matura e consapevole della musica. Ridare importanza al “vecchio” concetto dell’album, come se il suo ascolto fosse un viaggio ed una esperienza di vita per la musica che più ci piace. Insomma, si tratta di ridare una posizione più centrale alla musica ed al contempo favorire la musica più di qualità rispetto alla produzione indiscriminata. Intendiamoci, è molto bello che ad oggi, tutti gli artisti abbiano la possibilità di esprimersi con la propria musica sulle varie piattaforme, però c’è anche il rischio di saturare il mercato e le orecchie del pubblico.
In conclusione, i Boards of Canada sono riusciti a ridare importanza alla musica e riportarla in primo piano, fornendoci allo stesso tempo un modello di ispirazione, modello che spesso si discosta da quello di altri artisti che mettono in primo piano il successo a discapito della loro espressione musicale.
Se vi ha interessato questo articolo sui Boards of Canada, potrebbe interessarvi anche questo a proposito di Brian Eno e Beatie Wolfe e il loro ultimo disco.






